Atmosfere gotiche, sensualità sospesa e un’estetica che ammalia e inquieta: Come un Vampiro, il nuovo videoclip di Simone Barotti, è un viaggio visivo carico di simbolismo e intensità emotiva. Al centro della scena, tre figure femminili forti e magnetiche: Nadia Marciano, Cosimina Capolupo e Valentina Ventriglia. Attrici dalle personalità diverse ma accomunate da una presenza scenica che cattura lo spettatore. Le abbiamo intervistate per scoprire cosa si cela dietro le quinte di questa esperienza artistica, tra emozioni, ispirazioni e piccoli retroscena dal set.
D: Come siete entrate a far parte del progetto del videoclip “Come un vampiro” e qual è stata la vostra prima impressione ascoltando il brano?
Nadia: Sono stata contattata direttamente dall'artista in quanto mio conoscente. La mia prima impressione è stata molto positiva soprattutto sul tema attualissimo che il brano racconta e sulla necessità di raccontarla in maniera semplice e esaustiva. I manipolitori e i vampiri affettivi possono essere presenti in ogni contesto sociale in cui viviamo.
Cosimina: Sono entrata a far parte del gruppo tramite amicizie in comune con l’autore. Tutti infatti conoscono la mia passione per la recitazione e il mio sogno di coronarla con lo studio che svanì quando pragmaticamente intrapresi quelli infermieristici; così non è stato difficile intuire che avrei immediatamente apprezzato ed accettato l’invito.
Valentina: 7 anni fa feci un provino per il videoclip musicale “ il disordine che c’è “.Da lì’ le nostre strade non si sono più divise.
Simone con il suo entusiasmo e la sua forte sensibilità ha cercato sempre di includermi nei suoi progetti artistici.
Il testo ha toccato molte ferite del mio passato che ancora sanguinano.
D: Quali sfide avete incontrato durante le riprese e come avete lavorato per incarnare l’atmosfera particolare della canzone?
Nadia: La sfida è con se stessi innanzitutto: superare le insicurezze e la paura di non essere capace o all'altezza. Per incarnare l'atmosfera mi sono semplicemente ricordata di storie vissute, in amore e in amicizia.
Cosimina: Non ci sono state vere e proprio sfide; l’autore oltre al grande talento è dotato di grande e coinvolgente comunicazione ed è bastato davvero poco per capire cosa voleva. Il gruppo, quindi, si è messo da subito a lavorare all’unisono.
Valentina: La sfida principale è stata il dover rappresentare ( nella fase iniziale ) delle marionette , con sguardi persi nel vuoto e arti bloccati per poi sbloccarci, prendere vita e iniziare a sentire il nostro corpo e reagire. Il gruppo è stato molto unito e tutti insieme siamo riusciti a rievocare nostri ricordi passati e a metterli a servizio del messaggio che Simone voleva trasmettere.
D: In che modo avete scelto di esprimere, con la vostra recitazione, il messaggio o l’emozione centrale del brano?
Nadia: Nel modo più naturale possibile: immedesimarsi nei panni di un abusato. Tutti, a vari livelli e prima o poi nella vita si sono trovati di fronte a qualche abusatore , qualche carnefice che spesso sono irriconoscibili.
Cosimina: Penso che il brano parli di una problematica quanto mai attuale. Un solo corpo dalle mille facce trasversali a generi, età, estrazioni sociali e razze. Il sentimento più puro che diventa il più subdolo perché riesce ad imprigionare la vittima in un vortice di emozioni divergenti dal quale difficilmente ne esce indenne. Spesso inoltre chi subisce non solo non riesce ad avere il coraggio di chiedere aiuto ma per vergogna lo nasconde e per raggiungere l’obiettivo cerca di convincere sé stesso di essere in torto. E’ a queste ultime persone che ho pensato per dare un volto alla mia interpretazione.
Valentina: Appena ho sentito il brano , ho subito avuto i brividi.
Ho rivissuto ,immersa nella melodia del brano, tutto il disprezzo , la sofferenza , la solitudine e la frustrazione che ho provato nella mia relazione passata.
Ed alla fine ho provato un forte senso di liberazione. Alla fine non vinceva lui , alla fine vincevo io. Gli occhi sono stati il canale che ho utilizzato per proiettarmi all’ esterno.
Lo spirito di squadra è stato il substrato di tutto il lavoro svolto durante le riprese. Si respirava un energia positiva sul set .
D: C’è una scena o un momento durante le riprese che vi è rimasto particolarmente nel cuore? Potete raccontarcelo?
Nadia: La parte in cui inizia la reazione, inizia la ribellione è sicuramente quella più significativa. Riuscire a risalire da quelle che sembrano sabbie mobili nonostante si è ancora coinvolti emotivamente è la cosa di cui andare più fieri. Occorre sapere darsi anche i giusti meriti.
Cosimina: Si, il momento che mi è rimasto particolarmente nel cuore è il buffet; o meglio, nella pancia. No, l’esperienza mi è rimasta nel cuore nel suo complesso, non potrei e non saprei fare una scelta.
Valentina: Quando il cantante pronuncia : “ parlami di amore come solo tu sai fare “ .In quel mentre mi ha fatto avvertire un forte pericolo. Questa esperienza sul set è stata per me una cura. Un 'opportunità di ripercorrere le mie emozioni negative , dando a tutto il dolore ,una nuova chiave di lettura .Un nuovo sguardo che pone l’attenzione non sul ruolo di “ vittima “ di un amore tossico ma sulla capacità ,insita in ognuno di noi ,di salvarsi e di diventare padroni delle nostre vite.