Quel pasticciaccio brutto... del taglio della pensione ai medici del SSN tocca risolverlo al ministro della Salute, Orazio Schillaci, sicuramente l'ultimo a cui intestarne la responsabilità tra i ministri del governo Meloni. Ecco che cosa ha detto nelle ultime dichiarazioni da lui rilasciate sulla vicenda:

"Abbiamo sempre dialogato con i sindacati medici e continueremo a farlo. Io stesso sono un medico e credo di conoscere bene i problemi della sanità pubblica: nella legge di Bilancio ci sono segnali importanti per medici e cittadini. Siamo disponibili a trovare delle soluzioni condivise.Le liste di attesa sono piene di esami inutili e dovuti alla medicina difensiva, che costa 10 miliardi di euro l'anno. I lavori per il provvedimento sulla depenalizzazione dell'atto medico vanno avanti: stanno procedendo le audizioni in commissione e credo che in tempi rapidi si arriverà ad una definizione con dei provvedimenti. Questo provvedimento sulla medicina difensiva può risultare determinante perché si risparmierebbero fondi importanti".

Evidentemente, Meloni pensa di affidare prevenzione e controlli solo alla Sanità privata e a chi ha soldi per ricorrervi! Poi, Schillaci ha aggiunto:

"Sto lavorando con altri esponenti del Governo, in particolare con la ministra Calderone, sul tema delle pensioni dei medici. Più tardi ho un incontro importante. Cerchiamo di trovare una soluzione a questo problema. L'ultimo dei miei pensieri e delle mie volontà è che e i medici se ne vadano in pensione prima dei tempi previsti. Soprattutto in un momento come questo dove la gobba pensionistica è al massimo dello stress. Vogliamo trovare una soluzione che sia soddisfacente"

Nell'audizione al Senato sulla legge di Bilancio, Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, ha illustrato la posizione del sindacato dei medici e le ragioni dello sciopero indetto per il 5 dicembre:

"Le nostre richieste di modifica della manovra 2024 sono di certo economiche, ma anche di rispetto per categorie professionali che tengono in piedi un sistema sanitario pubblico e che vivono una quotidianità lavorativa quasi inumana. La strada intrapresa, invece, va verso il depauperamento di risorse ed è piena di promesse mancate. In questa situazione e in un momento in cui gli italiani indicano il rafforzamento della sanità pubblica come una delle priorità assolute, chiediamo un chiaro segnale che nella manovra finanziaria non può che essere economico.Malgrado le promesse del Governo e dei parlamentari della maggioranza, malgrado le parole di sostengono alla categoria spese dal Presidente del Consiglio, nella Manovra non vi è alcuna detassazione o aumento di voci stipendiali, come avviene nella sanità privata o come concesso recentemente in altri settori, ma solo una premialità per quelle prestazioni necessarie al recupero delle liste di attesa per le quali si chiede al personale medico che da anni lavora oltre 60 ore settimanali solo per coprire carenze di personale, un ulteriore impegno.Infine si cambiano in corso d'opera le regole pensionistiche alimentando la fuga dagli ospedali. Una vera a propria mannaia che colpisce oltre 50.000 dirigenti medici e sanitari con un taglio dell'assegno annuale previdenziale compreso tra il 5 e il 25% e già in 4000 nel solo 2023 hanno abbandonato il SSN.Non possiamo quindi che confermare lo sciopero nazionale del 5 dicembre, conclude Di Silverio. Sciopereremo perché è il momento di rispondere con forza, perché il senso di frustrazione prevale, perché il tradimento che leggiamo in questa manovra non ci permette di avere fiducia. Continuiamo a chiedere un gesto coraggioso in un momento difficile. Se non arriverà andremo avanti con altre azioni di protesta".