"Luci sulle Strade della Speranza" è una raccolta degli insegnamenti di Papa Francesco sugli argomenti migranti, rifugiati e tratta, nel periodo ceh va dall'inizio del Suo Pontificato alla fine del 2017.
Queste alcune delle frasi riprese dalla prefazione, pubblicate dalla Sir, l'agenzia di stampa della Cei.
Francesco richiama alla memoria dei fedeli gli episodi della Bibbia che si riferiscono a Giuseppe, figlio di Giacobbe, e Gesù. Una similitudine con quanto accade oggi che molti non sembrano ricordare. Non certo una colpa per chi non è cristiano. Incredibile, invece, che a non rendersene conto siano coloro che, con la bava alla bocca, agitano rosari e vangeli davanti a folle plaudenti e incoscienti, proclamandosi pure difensori dei valori cristiani!
"Il viaggio dei migranti - ha ricordato il Papa - non è sempre un'esperienza felice. Basti pensare ai terribili viaggi delle vittime della tratta. Anche in questo caso, però, non mancano le possibilità di riscatto, come accadde per il piccolo Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli gelosi, il quale in Egitto divenne un fiduciario del faraone".
"Ci sono poi gli esodi drammatici dei rifugiati, un'esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme ai suoi genitori. Come la storia umana, la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere – migrazioni, esili, fughe, esodi - tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l'itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto".
Infine, Francesco ha sottolineato che "anche oggi i movimenti umani, pur generando sfide e sofferenze, stanno arricchendo le nostre comunità, le Chiese locali e le società di ogni continente", promuovendo così l'integrazione come occasione di sviluppo.
Di questi tempi, va da sé, che dichiarazioni persino scontate e banali finiscano per diventare, come in questo caso, addiritura dei manifesti politici, tanta è la strumentale propaganda del nazionalismo populista, che ipocritamente non viene definito per quel che è e cioé fascista, tanto di moda oggi in Italia e, purtroppo, nono solo nel nostro Paese.