In Israele l'andamento del contagio da coronavirus sta progressivamente peggiorando, tanto che i dati attuali sono nettamente peggiori rispetto a quelli della scorsa primavera, con nuovi record giornalieri sia per quanto riguarda il numero di nuovi casi, sia per quanto riguardo il numero di nuovi decessi.

Attualmente, in Israele sono oltre 146mila le persone risultate contagiate dal coronavirus e 1.086 quelle decedute a causa della Covid-19, con 34.731 persone che ad oggi risultano positive al virus.

Grave la situazione del contagio anche a Gaza e in Cisgiordania, dove il numero complessivo di contagiati finora è stato finora di quasi 30mila, con 224 decessi. Inoltre, le persone attualmente positive sono 10.080 in Cisgiordania e 1.427 a Gaza.

Numeri che paragonati a quelli della scorsa primavera illustrano una situazione che, oggettivamente, pare essere fuori controllo. Nel solo Stato di Isarele, il numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è stato di 4.429 su una popolazione che non raggiunge i 9 milioni. 

Dati che dimostrano quanto seria sia la situazione in quell'area in relazione alla pandemia. Inoltre, ai dati sopra riportati, è da aggiungere che il numero di persone ricoverate è aumentato, tanto da mettere a rischio la sostenibilità del sistema sanitario, a partire dalle terapie intensive dove il numero di malati è intorno ai 150, mentre solo nelle ultime 24 ore circa 1.500 persone hanno avuto necessità di ricorrere alle cure ospedaliere.

Quella in Israele è una situazione grave a cui il Governo Netanyahu ha ritenuto di dover rispondere con un nuovo lockdown a livello nazionale, a partire dal 18 settembre. Almeno questo è quanto è stato proposto dall'esecutivo. La decisione definitiva sarà presa domenica. 

Nelle intenzioni del Governo si prevede un periodo di isolamento di due settimane con una limitazione degli spostamenti, la chiusura di bar, ristoranti e attività non indispensabili...

La percentuale di positivi tra gli israeliani ultraortodossi negli ultimi giorni è stata del 16%, tra gli arabi israeliani dell'11%, mentre del 6% nel resto della popolazione di appena il 6%. 

Il coordinatore nazionale della lotta contro il coronavirus nominato poco tempo fa da Netanyahu, il prof. Ronni Gamzu, aveva suggerito di imporre delle zone rosse limitate alle località dove il contagio da coronavirus è maggiore. Ma gli ultraortodossi non hanno gradito l'ipotesi, minacciando una ritorsione nei confronti di Netanyahu al prossimo appuntamento elettorale, così il premier israeliano ha annunciato di voler chiudere, di nuovo, tutto il Paese.

La decisione finale e le modalità le conosceremo alla fine di questa settimana.