Da una parte Zingaretti si fa fotografare mentre, seduto su un divano, guarda giurare in tv il nuovo governo, dall'altra, nello stesso istante su Facebook, Matteo Salvini chiama alla protesta gli italiani ripetendo ormai i soliti slogan:

"Il governo delle poltrone, dei riciclati e dei poteri forti europei non avrà vita lunga.
Opposizione in Parlamento, nei Comuni e nelle piazze, poi finalmente si vota e... si vince!!!
Io non mollo e non mollerò mai Amici, per me viene prima l'onore dei ministeri".

Chiunque voglia illuminarci sul significato di "per me viene prima l'onore dei ministeri" è il benvenuto.

L'ultimo scoglio per il governo giallorosso è adesso rappresentato dal voto del Parlamento. Scontato quello di lunedì alla Camera, può creare invece qualche apprensione quello di martedì al Senato, non tanto per il via libera che, comunque, dovrebbe arrivare con il numero di seggi necessario per partire, quanto per capire quale sarà l'effettiva maggioranza su cui potrà contare, considerando i mal di pancia, in parte annunciati ed in parte ipotizzati, da alcuni senatori grillini.

Tra questi, primo tra tutti, Gianluigi Paragone, che da tempo ha dichiarato di non voler votare la fiducia al nuovo governo.

Altri senatori, in questo caso ex grillini come Paola Nugnes, hanno invece dichiarato - in queste ore - che voteranno la fiducia, che sarà però una "fiducia condizionata, non una fiducia per sempre".

"Poi valuterò di volta in volta - ha aggiunto la Nugnes - le proposte e i provvedimenti, emendamento per emendamento, come dicevamo con Beppe avremmo dovuto fare". Sulla stessa linea, par di capire da certe sue dichiarazioni, anche un altro ex grillino, Gregorio De Falco.

Per questo, bisognerà attendere il conteggio dei numeri al Senato per poter anche solo vagheggiare se questo Governo possa essere o meno un governo di legislatura.


Infine, sempre nell'ottica fiducia, da non sottovalutare che, in base a quanto rilanciato da alcune agenzie, sarebbe confermata la voce che dava per certo l'ex premier Paolo Gentiloni, Partito Democratico, come commissario in rappresentanza dell'Italia proposto a Bruxelles per far parte della nuova squadra guidata da Ursula Von Der Leyen, che entrerà in carica il prossimo primo novembre.