Si leggono spesso meme di critica e satira sull’effetto pressoché nullo della rete Internet all'accrescimento culturale personale. Proprio stamattina me n’è passato davanti uno dei tanti che faceva così: «Vi ricordate prima dell’arrivo di Internet, quando si pensava che la causa dell’ignoranza collettiva dipendesse dalla mancanza di accesso alle informazioni? Ecco… non era quello».

Facciamo finta di prenderlo seriamente. Penso che molti lo facciano, in realtà.

Ricorderete anche la famosa dichiarazione di Umberto Eco - con altri intellettuali al seguito - piuttosto severa con alcuni aspetti della Rete: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli». La scoperta di uno dei tanti aspetti negativi delle cose, che potrebbe interessare qualunque altra cosa e innovazione. Un’osservazione lapalissiana, insomma, sulla quale sono stati edificati i ragionamenti più seri e al contempo esilaranti, per la loro manifesta inconcludenza o scarsa utilità. Perché agli imbecilli basterebbe non dar retta, ed è senza dubbio la cultura che dovrebbe rendere immuni da questi “difetti tecnici”.

E Internet è proprio questo: cultura! Lasciamo perdere i meme e gli usi cretini che alcuni ne fanno. E’ chiaro che un sistema in grado di rendere facile l’accesso alla cultura e all’informazione non è di per sé soluzione al problema globale dell’ignoranza. Sarebbe una premessa fallace per qualunque ragionamento.

Internet è solo uno strumento “passivo” che è stato in grado di abbattere moltissime barriere che rendevano difficile e costosissimo l’accesso alla cultura. Poi, oltre agli strumenti, occorre la voglia (attivarsi). Già ieri c’era chi non avrebbe speso un solo centesimo per il più misero dei libri, e oggi costui non andrà nemmeno a girovagare per servizi che lo arricchirebbero culturalmente e gratuitamente. Se ne starà, come prima, a fare qualcosa di inutile, a usare la rete solo per trastullarsi o spendere un tempo smodato a fare altro. Queste platee non ci interessano e fanno testo solo per altri ragionamenti in tema di promozione e  incentivazione attiva alla cultura: un compito sociale e politico.

Internet è comunque qui! E fa una guerra senza quartiere all’ignoranza e all’indolenza. E c’è per fortuna un’altra platea, numerosissima e in continua ascesa, che ne sta approfittando in lungo e in largo.

Osserviamo la proliferazione e l’accrescimento d’interesse nei servizi culturali che offre la Rete. A meno che Wikipedia non sia consultata solo da scrocconi acculturati, allora deve esserci anche un bel po’ di gente che la sfrutta per sapere delle cose che probabilmente non avrebbe mai saputo. Oggi Wikipedia risulta tra i primi 10 siti più consultati al mondo, e qualcosa vorrà pur dire.

Da ormai trent’anni vanno avanti servizi come Liber Liber, un orgoglio italiano dove si possono leggere biografie e approfondimenti su centinaia di grandi autori e scaricare tutti i classici della letteratura: Platone, Aristotele, Dante, Dostoevskij, Pirandello, Kafka, Manzoni, Voltaire, Kant, Svevo, Pavese, Rousseau, Tolstoj, Dumas, Verga, D’Annunzio, Alcott, Baudelaire, Wilde, Omero, Shakespeare. E mi devo purtroppo fermare, a malincuore e facendo torto a infiniti altri autori, non potendo elencare mai tutti coloro che hanno scritto pagine indimenticabili e di sconfinata saggezza. Volumi gratuiti, impaginati con cura nei formati digitali più diffusi (epub, pdf, odt, etc.), assieme a migliaia di brani musicali classici e opere.

I classici e la filosofia narrano l’essenza del genere umano e facilitano la comprensione dell’essere oggi. Sono mattoncini elementari che ci permettono di interpretare la cultura contemporanea che, sempre grazie al digitale, oggi è resa altrettanto accessibile e con costi modestissimi. Solo, però, se non ci accontentassimo delle infinite altre risorse gratuite sul pensiero contemporaneo stesso, fatte di saggi, monografie, riflessioni filosofiche, articoli, e pubblicazioni di ogni genere, anche di grandi autori e interpreti odierni. Perché Internet, attraverso l’odiosa pubblicità (ma “odiosa” solo perché sregolata e abusata), permette anche questa libertà di lettura, ascolto e visione, prima impensabili,

Ci si può anche immergere nel variegato sistema della ricerca scientifica, con studi, esperimenti, dati, che attraverso Google Scholar si possono trovare con sufficiente facilità e granularità, anche solo per verificare se una certa notizia la racconta giusta o sta manipolando le fonti a cui si riferisce.

I più esigenti possono iscriversi gratuitamente a un vero e proprio corso di laurea attraverso i MOOC (Massive Open Online Courses) di Federica.eu, dell’Università di Napoli “Federico II”, con cui collaborano numerose altre università italiane e piattaforme specializzate di web learning; e prima ancora si possono acquisire conoscenze di base con i corsi propedeutici a quelli di laurea. Il paese dei balocchi per chi è in cerca di cultura specializzante: testi, video lezioni, slide, autovalutazioni in stile anglosassone (a quiz). Tramite una “Laurea MOOC” si possono studiare dalla chimica farmaceutica e tossicologica alla fitoterapia, dall’ingegneria, la matematica, la fisica, alla psicologia, l’epistemologia, la filosofia, con l’unico limite di non avere valore legale per l’esercizio dell’eventuale professione. Ma qui il tema è la cultura e l’accesso totalmente libero a essa.

Poi c’è La pioniera UniNettuno, EduOpen, Oilproject, e tante altre solo in ambito italiano. Rimanere ignorante, oggi, è una scelta!

Tutto questo è solo la base, la punta dell’iceberg, ma anche il “coltellino svizzero” dell’utente italiano che vuole iniziare, approfondire, specializzare, la propria cultura, o attingere semplicemente alle fonti ufficiali dell’informazione. Da qui in avanti il mondo che si potrebbe aprire e scoprire è di una bellezza clamorosa, di uno splendore senza uguali, che vi porta ovunque vogliate andare e qualunque cosa vogliate scoprire, a cavallo di migliaia di risorse e milioni di testi che celano la storia e la sapienza accumulate dall’uomo da quando inventò la ruota a oggi. E naturalmente non avrete che il tempo di saggiarne un’infinitesima parte, che cambierà comunque la vostra vita e il modo in cui approcciate a essa.

Bisogna solo trovare la voglia (e non il tempo, perché c’è sempre!) per applicare la regola delle 5 ore. Ne avete mai sentito parlare? E’ una delle poche sane abitudini dei “super ricchi”: dedicare almeno cinque ore per settimana ad accrescere la propria cultura: leggendo, ascoltando, apprendendo cose nuove, cercando risposte e ponendosi nuove domande e obiettivi.

E lo strumento ce l’avete lì, senza storie, Internet!


📸 base foto: Liber Liber, “Così parlò Zarathustra”, F. Nietzsche (copertina libro); H. P. Haack, Antiquariat Dr. Haack Leipzig, “La nascita della tragedia”, F. Nietzsche (frontespizio libro in secondo piano); Pete Linforth da Pixabay (sfondo)