Durante la gravidanza il benessere psico-fisico di mamma e bimbo va messo in primo piano; buona norma è alimentarsi correttamente[1], seguire uno stile di vita salutare, e sottoporsi a visite mediche periodiche e anche a test di screening prenatale come il test del DNA fetale.

In gravidanza bisogna assumere folati e acido folico, ossia le vitamine del gruppo B[1], che intervengono nella sintesi di molecole importanti come l’RNA, il DNA. L'acido folico deve il suo nome a Mitchell (dal latino folium "foglia"), che lo usò per indicare sostanze che si trovano negli spinaci, e che svolgono azione anti-anemica[2].

In gravidanza è necessario integrare l’acido folico, ed è importante iniziare anche prima del concepimento. Un'insufficienza di acido folico può causare nel nascituro la spina bifida[1], difetti congeniti, danni al tubo neurale, deformazioni a braccia e gambe, deformazioni a labbra e palato[2].

Il Network Italiano Promozione Acido Folico consiglia: 0,4mg di acido folico al giorno alle gestanti, e 0,5 alle gestanti con fattori di rischio.

Si consiglia l'assunzione di frutta e verdure fresche crude o poco cotte, poiché i folati sono sensibili a luce e calore. L'acido folico è presente all’interno di:

  • carciofi
  • legumi
  • rape
  • lievito di birra
  • ortaggi a foglia verde
  • cereali
  • kiwi
  • fragole[1].

Una gestante ha bisogno di circa 200-300 Kcal e 9 gr di proteine in più al giorno, e un apporto maggiore di vitamine, minerali e nutrienti importanti. Il benessere di mamma e bimbo è strettamente connesso a una dieta corretta, variegata e bilanciata[3].

Secondo EUROCAT (European surveillance of congenital anomalies "Sistema di sorveglianza europeo delle anomalie genetiche), sono 20 i tipi di malformazione ogni 1.000 nascite. Se nella dieta si introducono tanta frutta e verdure, questa incidenza può diminuire. Tuttavia la dieta non basta, ecco perché si deve ricorrere a integratori di acido folico[2].

Integrare l’acido folico durante il periodo gravidico riduce del 70% il rischio di danni al tubo neurale nel bimbo[2], e durante l’allattamento aiuta a sostenere le perdite che avvengono con il latte della mamma[4].

Si consiglia di integrare l’acido folico da 1 mese prima del concepimento, e di continuare per almeno i 3 mesi seguenti[5].

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Fonti:

1 - Mamma e bambino: dal concepimento all'adolescenza – Fondazione Umberto Veronesi – pag.19

2 - Ministero della Salute – www.salute.gov.it

3 - www.fondazioneveronesi.it

4 - Rapporto ISTISAN n.13/28 – Prevenzione primaria delle malformazioni congenite: attività del Network Italiano Promozione Acido Folico

5 - Raccomandazione per la riduzione del rischio di difetti congeniti del Network Italiano Promozione Acido Folico