Nell'Angelus di questa domenica, Papa Francesco ha indicato la guarigione del sordomuto, riportata nel Vangelo di Marco, come guarigione non solo da una malattia, ma anche dall'emarginazione.

Francesco, prima di tutto ha fatto notare, con il sordomuto fatto condurre in disparte, che Gesù insegna che il bene va compiuto senza clamori o senza ostentazione: "Non vuole fare colpo sulla gente, Lui non è alla ricerca della popolarità o del successo, ma desidera soltanto fare del bene alle persone".

Inoltre, spiegando la ritualità dei gesti compiuti da Gesù, Francesco ci ricorda che il figlio di Dio è un uomo tra gli uomini e compie gesti che lo sottolineano, anche se, al tempo stesso, Gesù vuol far capire che il miracolo avviene grazie alla sua unione con il Padre... e per tale motivo, alza lo sguardo al cielo.

Compiuto il miracolo, si ha una duplice guarigione, quella dalla sofferenza fisica e quella dalla "dalla paura che ci spinge ad emarginare l’ammalato, ad emarginare il sofferente, il disabile.



E ci sono molti modi di emarginare, anche con una pseudo pietà o con la rimozione del problema; si resta sordi e muti di fronte ai dolori delle persone segnate da malattie, angosce e difficoltà.

Troppe volte l’ammalato e il sofferente diventano un problema, mentre dovrebbero essere occasione per manifestare la sollecitudine e la solidarietà di una società nei confronti dei più deboli."

Così, il Papa ha invitato lui stesso e i fedeli a divenire protagonisti dell'Effatà [Aprti, tr.]

"Si tratta di aprirci alle necessità dei nostri fratelli sofferenti e bisognosi di aiuto, rifuggendo l’egoismo e la chiusura del cuore. È proprio il cuore, cioè il nucleo profondo della persona, che Gesù è venuto ad «aprire», a liberare, per renderci capaci di vivere pienamente la relazione con Dio e con gli altri. Egli si è fatto uomo perché l’uomo, reso interiormente sordo e muto dal peccato, possa ascoltare la voce di Dio, la voce dell’Amore che parla al suo cuore, e così impari a parlare a sua volta il linguaggio dell’amore, traducendolo in gesti di generosità e di donazione di sé."


Al termine dell'Angelus il Papa ha ricordato le celebrazioni e le iniziative dedicate alla famiglia in corso al Santuario di Loreto per la festa della Natività di Maria e ha richiamato l'attenzione dei fedeli sulla nuova Beata proclamata oggi a Strasburgo, Alfonsa Maria Eppinger, fondatrice delle Suore del Santissimo Salvatore, definita una "donna coraggiosa che, soffrendo, tacendo e pregando, testimoniò l'amore di Dio soprattutto a quanti erano malati nel corpo e nello spirito".