Dopo l'interminabile applauso che ha accolto il suo ingresso sul palco della Chicago Bulls Arena per il discorso di accettazione a rappresentare la candidatura dem alle prossime presidenziali di novembre, Kamala Harris ha iniziato a parlare sottolineando quanto fosse incredibile ciò che le stava accadendo.

Solo un mese prima, Joe Biden si era ritirato e l'aveva sostenuta, consentendole di trasformare in pochissimo tempo la sua campagna elettorale che dal sostenere il rinnovo del mandato all'attuale presidente si è trasformata nel promuovere se stessa per l'incarico di nuovo presidente degli Stati Uniti.

"Ma i percorsi improbabili non mi sono nuovi," ha detto la Harris, ripercorrendo la sua biografia, da figlia di due studenti immigrati che si conobbero e innamorarono durante un incontro per i diritti civili, fino all'elezione al Senato degli Stati Uniti e poi alla vicepresidenza, una storia che "può essere scritta solo nella più grande nazione della Terra".

Nel suo discorso di 40 minuti, Harris ha condiviso gli insegnamenti appresi dai suoi genitori e ha attaccato Donald Trump, proponendosi agli elettori come unica  "opportunità per tracciare una strada diversa."

Trump è stato definito un "uomo poco serio" che ha portato "caos e problemi" alla Casa Bianca, e che, dopo aver perso le elezioni del 2020, ha cercato di "gettare al vento i vostri voti" incitando la folla a cui si stava rivolgendo a prendere d'assalto il Campidoglio degli Stati Uniti.

Nel caso venga eletta presidente, Harris ha affermato che si impegnerà a unire il paese, creare posti di lavoro, ridurre i prezzi e promuovere "un'economia delle opportunità", che dia a più persone "la possibilità di competere e di avere successo, indipendentemente dal fatto che vivano in una zona rurale, in una piccola città o in una grande città".

Ha poi sottolineato che avrebbe lavorato per abbassare i costi dell'assistenza sanitaria, degli alloggi e dei generi alimentari, promettendo anche di "porre fine" alla carenza di alloggi nel paese e di difendere previdenza sociale e Medicare.

Non ha usato invece metafore per gli anti-abortisti, definendoli dei "fuori di testa". Descrivendo i diversi modi in cui Trump e i suoi alleati avrebbero ostacolato i diritti riproduttivi delle donne limitando l'accesso al controllo delle nascite, vietando l'aborto farmacologico, promulgando il divieto all'aborto a livello federale, costringendo gli Stati a riferire sugli aborti spontanei e gli aborti delle donne "con o senza l'appoggio del Congresso" e creando un coordinatore nazionale anti-aborto, Harris ha concluso che "in parole povere, sono fuori di testa".

In relazione alla politica estera, la vicepresidente ha promesso che da presidente avrebbe continuato a sostenere fermamente l'Ucraina e la NATO, garantendo che l'America abbia sempre a disposizione gli armamenti per essere l'esercito più forte e letale al mondo. Ha poi attaccato le minacce di Trump di voler abbandonare gli alleati dell'Alleanza atlantica e la sua tendenza a complimentarsi con dittatori come il presidente russo Vladimir Putin e il leader supremo della Corea del Nord Kim Jong Un. Trump "ha incoraggiato Putin a invadere i nostri alleati e ha detto che la Russia poteva fare quello che diavolo voleva".

Quei dittatori "fanno il tifo per Trump, perché sanno che è facile manipolarlo con lusinghe e favori. Sanno che Trump non riterrà responsabili gli autocrati, perché lui stesso vuole essere un autocrate", ha detto, tra gli applausi dei presenti.

Poi ha parlato anche di Medio Oriente.

"Voglio esser chiara: sosterrò sempre il diritto di Israele a difendersi e mi assicurerò sempre che Israele abbia la capacità di difendersi, perché il popolo di Israele non dovrà mai più affrontare la guerra che un'organizzazione terroristica chiamata Hamas ha causato il 7 ottobre, tra cui indicibili violenze sessuali e il massacro di giovani a un festival musicale. Allo stesso tempo, ciò che è accaduto a Gaza negli ultimi 10 mesi è devastante. Così tante vite innocenti perse. Persone disperate e affamate che fuggono per mettersi in salvo, ancora e ancora. La portata della sofferenza è straziante. Il presidente Biden e io stiamo lavorando per porre fine a questa guerra, affinché Israele sia al sicuro, gli ostaggi vengano rilasciati, le sofferenze a Gaza finiscano e il popolo palestinese possa realizzare il proprio diritto alla dignità, alla sicurezza, alla libertà e all'autodeterminazione".

Inutile aggiungere che l'ipocrisia delle sue parole, peraltro assurde visto che non sembra rendersi conto che le strazianti sofferenze dei gazawi di cui parla sono provocate dall'esercito israeliano utilizzando le armi fornite dagli Stati Uniti, da una parte la rende complice del genocidio in atto a Gaza e dall'altra svela quanto possano essere false e di circostanza le sue promesse.

Sicuramente può essere una presidente migliore di Trump, ma non tanto diversa da lui.