Chiunque si azzardi a fare delle semplici riflessioni su quanto sta accadendo in Ucraina finisce, in ossequio alla propaganda ricorrente, per essere tacciato di filoputinismo fino ad essere etichettato un complottista no-vax, nel caso cerchi di approfondire ruolo e responsabilità degli Stati Uniti sulla guerra di invasione della Russia.

Anticipando tali convinzioni con un bel ecchissenefrega, proviamo ad elencare delle possibili spiegazioni sul perché questa guerra è in corso, a chi addossarne le responsabilità (almeno in linea ipotetica) e come e quando finirà.

Con l'annessione della Crimea e la guerra nel Donbass, gli Stati Uniti hanno visto un'opportunità nel poter estendere la propria influenza geopolitica in Ucraina, dopo che il Paese era riuscito a mettere alla porta l'ultima marionetta di Putin, scegliendo di voler diventare una nazione indipendente e autonoma rispetto al controllo (giogo) di Mosca.

Gli Stati Uniti hanno fornito tutto il loro supporto a questa trasformazione del Paese, compreso quello militare della Nato, con sommo dispetto di Mosca.

Putin si è alquanto indispettito di quello che stava accadendo e dopo essersi reso conto di non poter più far eleggere un suo burattino per controllare l'Ucraina  ha deciso che era il momento di invaderla, sicuramente tenendo conto delle conseguenze anche sul piano finanziario e commerciale in relazione ai rapporti con l'Europa, valutando che il processo di decarbonizzazione voluto dall'Ue in futuro avrebbe comunque finito per influire sul Pil russo e che era ormai arrivato il momento di guardare ad altri partner con cui fare affari.

La presenza della Nato in Ucraina, pertanto, è da considerarsi una scusa per l'invasione russa, anche se più convincente di quella relativa alla denazificazione.

Quella in Ucraina è, comunque, da considerarsi inevitabilmente una guerra per procura.

La vulgata propagandistica disegna gli Stati Uniti (inutile citare la Nato, dato che la Nato fa ciò che gli Stati Uniti dicono) come baluardo della democrazia, ma l'aiuto che danno all'Ucraina è semplicemente collegato non tanto alla volontà disinteressata di supportare quel Paese, quanto alla consapevolezza di avere futuri vantaggi nell'aiutare quel Paese.

Un interesse geopolitico le cui finalità sono chiare solo all'amministrazione Biden. Noi possiamo dire che agli Usa interessa avere un controllo sull'Ucraina (qualunque siano i suoi confini post bellici) per fare pressione sulla Russia per ottenere cosa è impossibile dirlo con certezza: la fine di Putin? Il suo indebolimento? La possibilità che venga sostituito? Una guerra civile in Russia? Nella logica del risiko delle grandi potenze qualunque ipotesi è valida e bislacca allo stesso tempo. Quel che è sicuro, però, è il fatto che agli Usa interessi mettere la propria bandierina sull'Ucraina.

È  per questo che Washington aiuta Kiev ed è per questo che Kiev, pur combattendo per la propria libertà, per la propria indipendenza, inevitabilmente fa anche una guerra per conto degli americani.

Inoltre, quanto gli americani stanno effettivamente aiutando gli ucraini nel vincere questa guerra?

Non molto rispetto a quanto avrebbero potuto fare fin dall'inizio, a dimostrazione che l'indipendenza dell'Ucraina nell'estensione territoriale intesa da Zelensky, per loro è un fattore relativo. Gli americani inviano armi con il contagocce e solo in rapporto alle esigenze del momento e non in previsione di ciò che i russi potrebbero fare.

Le armi anticarro utilizzate dai singoli soldati ucraini potevano andar bene per fermare i russi a nord di Kiev, per i boschi e le zone paludose che circondano la capitale. Nelle pianure del Donbass c'è bisogno dell'artiglieria a lungo raggio. Gli obici sono arrivati in Ucraina quando ormai l'oblast di Luhansk era già perso. E dopo essersi resi conto che con quelli inviati potevi ormai solo fare una guerra di prima linea e non colpire le strutture logistiche, cosa fondamentale in qualsiasi conflitto, gli americani si sono convinti che era arrivato il momento di inviare gli HIMARS... ma solo con razzi che non superino gli 80 chilometri! E quanti sono gli HIMARS consegnati dagli Usa finora? Quattro! Altri quattro saranno spediti entro la metà di luglio. Altri arriveranno dal Regno Unito. E questi lanciarazzi dovrebbero difendere un fronte di guerra che, in teoria, è di almeno 2500 Km.

Per questo Zelensky è un disco rotto che chiede armi, armi, armi... perché quelle che gli vengono consegnate sono sempre poche rispetto alle esigenze ed oltretutto inviate in ritardo. 

Tutto ciò a dimostrazione di quali siano le reali intenzioni degli Stati Uniti nel supportare l'integrità territoriale dell'Ucraina.

Ma qualcuno potrebbe dire che gli Usa lo fanno per  non rischiare un conflitto  diretto con Mosca. È un affermazione ridicola, visto che le armi, di per sé, sono pericolose quanto una ramazza. La differenza la fanno le munizioni. 

Se gli Stati Uniti avessero voluto che gli ucraini vincessero questa guerra, fin da subito gli avrebbero inviato tutto quello di cui avevano bisogno per combatterla, senza limitazioni, con un patto: puoi sparare entro i tuoi confini, se attacchi la Russia di munizioni non te mando più. 

Quindi, appare logico ritenere che agli Stati Uniti e di conseguenza ai loro alleati, gli interessi territoriali degli ucraini siano da valutare solo in relazione a quelli che sono o saranno i loro interessi geopolitici e strategici e non ci sarebbe da meravigliarsi se, una volta che i russi avessero conquistato l'intero Donbass, dicessero a Zelensky che è arrivata l'ora di mettersi ad un tavolo e trovare comunque un accordo con Putin. 

E se l'Ucraina non fosse dello stesso parere? A quel punto, gli Stati Uniti continuerebbero ad inviare le poche armi finora inviate a Kiev? Quando si arriverà a quel momento, sarà interessante osservare se gli attuali tutori della democrazia occidentale accuseranno di filoputinismo pure gli Usa, nel caso negassero nuove armi a Kiev.