Abbas Gallyamov,  ex speechwriter di Vladimir Putin, nato il 30 maggio 1972, tra alcuni mesi compirà 51 anni. Laureatosi presso l'Istituto pedagogico statale di Bashkir nel 1995, è stato presidente dell'Accademia della pubblica amministrazione della Federazione russa nel 2001.

Possiede un Dottorato  in scienze politiche ed ha pubblicato “Il Leader e l'immagine del Leader nell'attuale processo politico: le sfide della concettualizzazione e della mediatizzazione” come argomento della tesi.

Ha supervisionato le operazioni di stampa dell'Union of Right Forces Party dal 2001 al 2002  ed è stato  impegnato in campagne elettorali locali come stratega politico. 

Dal 2018 al 2019, ha fatto parte della Commissione elettorale centrale del consiglio scientifico e professionale della Federazione Russa.

“Il tempo è l'unico problema che tormenta al momento Putin ed è probabile che la sua leadership non sopravviverà  al rallentamento del conflitto in arme  dovuto al clima".

L'ex scrittore di discorsi del Cremlino - adesso vive in Israele - pensa che un candidato post-Putin sarà scelto tra persone che hanno aderito al recente movimento di  nazionalismo militante, alleanza che riscuote molto credito in Russia.

Queste persone possono essere il vice capo dell'ufficio del presidente, Dmitry Kozak, il primo ministro, Mikhail Mishustin, o il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin.

Del resto questi ferventi “patrioti”, molto o del tutto  abili demagoghi, possono essere classificati come manager o tecnocrati e quindi accreditati a rivestire un ruolo apicale in seno alla Federazione Russa.

''In questo momento - ha detto Gallyamov -  penso che un colpo di stato militare possa essere possibile. L'economia russa sta peggiorando. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione del perché tutto questo sta accadendo. Si risponderanno da soli: Beh, questo è perché il nostro paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore"...

tempo un anno, per le elezioni presidenziali previste per marzo 2024, anche se potrebbe dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni.