Netanyahu accusa l'Iran di aver continuato a lavorare per l'atomica anche dopo il trattato del 2015
Dopo aver incontrato nello scorso fine settimana il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, in visita in Israele ed aver parlato con Donald Trump, il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva anticipato per lunedì importanti rivelazioni che avrebbero riguardato l'Iran.
Con l'ausilio di una presentazione in stile aziendale, Netanyahu ha cercato di provare che l'Iran avrebbe mentito sul fatto di non aver mai tentato di creare un proprio arsenale nucleare e che avrebbe continuato ad accrescere competenze e esperienze in quel settore anche dopo l'accordo siglato nel 2015, che ha posto fine alle sanzioni all'Iran.
Parlando in inglese, Netanyahu ha commentato immagini e video di strutture presentate come impianti nucleari segreti iraniani, insieme a 55mila pagine di documenti e 183 CD che confermerebbero lo sviluppo di armi atomiche da parte del regime degli ayatollah.
Secondo Netanyahu, il progetto di un piano per creare un arsenale nucleare da parte dell'Iran risale al 2003. Con il nome in codice "Amad" il piano era stato dichiarato accantonato, mentre in realtà è continuato.
In disaccordo con gli altri partner europei, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intenzione di disconoscere quanto firmato dal suo predecessore e di venir meno agli accordi del 2015, riproponendo nuove sanzioni all'Iran, con piena soddisfazione di Israele che si è sempre detta contraria a quel trattato, perché basato su menzogne e inganni.
È ormai sempre più evidente la tattica di Israele e Stati Uniti di aumentare la tensione con l'Iran per arrivare a giustificare un attacco militare che, è facile prevedere, sia già stato pianificato e concordato tra i due Paesi fin nei minimi dettagli.