Anticipata dall'agenzia Novosti e confermata da fonti del Cremlino, il generale Khalifa Haftar e il premier del governo di Tripoli, Fayez al Serraj, lunedì sono a Mosca per un incontro organizzato dai ministeri della Difesa e degli Esteri di Russia e Turchia.

L'incontro è stato organizzato per sancire il cessate il fuoco tra le due parti in lotta nella guerra civile in atto in Libia, con al Serraj e Haftar che dovranno accordarsi su alcuni punti fermi, tra cui la supervisione di Russia e Nazioni Unite sul rispetto della tregua, il ritiro delle reciproche milizie dal campo di battaglia, lo stop all'invio di truppe turche. 

Il tutto in prospettiva della conferenza di Berlino, prevista per il 19 gennaio, in cui si vuole aprir la via ad una soluzione politica dell'attuale crisi libica.

E sempre con uno sguardo a quello che accadrà a Berlino, da registrare l'attivismo dell'Italia con il premier Conte che lunedì ad Ankara ha incontrato il presidente turco Erdogan, mentre domani sarà in Egitto, dove al Cairo incontrerà il presidente al Sisi. 

Anche il ministro degli Esteri Di Maio lunedì era in visita ufficiale a Tunisi, dove ha parlato di Libia con il presidente tunisino Kais Said: «Non ci può essere una soluzione concreta e duratura senza il coinvolgimento dei Paesi vicini alla Libia - ha detto Di Maio - così come l’Algeria e il Marocco.

È insieme che bisogna lavorare verso un nuovo approccio, che coinvolga tutti al tavolo del dialogo.

Quella che abbiamo davanti è una guerra per procura: dobbiamo fermare ogni interferenza esterna. Bisogna smetterla di vendere armi. Deve prevalere la via diplomatica».