Esteri

Un aggiornamento sul contagio da coronavirus negli Usa come promemoria per gli entusiasti del sovranismo

Mentre il numero dei nuovi casi inizia a calare, pur restando tra i 50mila e i 60mila giornalieri, ma non ancora quello dei decessi sempre abbondantemente superiore al numero registrato nelle ultime due settimane, l'epidemia da Covid negli Stati Uniti ha finora interessato 5 milioni di persone, causando la morte di oltre 160mila.

Nessun'altra nazione al mondo ha fatto peggio. Al secondo posto per numero di contagi troviamo il Brasile che ha superato i 3 milioni di casi e i 100mila decessi. È il Brasile guidato da Bolsonaro, amico fraterno di Matteo Salvini.

In Usa i casi di contagio stanno aumentando in 7 Stati, tra cui Porto Rico, Guam e Isole Vergini, mentre sono in  diminuzione in altri 17, anche se nell'ultima settimana Louisiana, Mississippi e Florida hanno registrato il più alto incremento di contagiati in rapporto alla popolazione residente (fonte New York Times).

Il 28 aprile in America si registravano 1 milione di contagi da coronavirus, dopo circa tre mesi dal primo caso segnalato nel Paese. Il 10 giugno, i contagiati negli Stati Uniti erano 2 milioni, il 7 luglio 3 milioni e il 23 luglio 4 milioni. 

Intanto il presidente Donald Trump continuava a ripetere - a dire il vero continua a farlo tuttora - che nessun'altra nazione al mondo aveva fatto meglio nel contrasto alla diffusione del virus.

Nonostante il presunto impegno di Trump, il 16 luglio, in America si sono registrati 75.697 nuovi casi di contagio. Da allora, il numero è andato lentamente diminuendo, per portarsi ad una media settimanale di 54mila casi ogni 24 ore. Questo dopo che Trump, seppure a denti stretti, ha iniziato a dichiarare pubblicamente che era necessario indossare una mascherina nei casi in cui il distanziamento sociale non era possibile.

Sono 1.000 i decessi quotidiani (una media calcolata sugli ultimi sette giorni), dato in calo rispetto agli oltre 2.200 ogni 24 ore di metà aprile, quando ad essere colpite dall'epidemia erano città come New York e Seattle (il 15 aprile si sono registrati 2.752 nuovi morti). C'è stato, però, un incremento rispetto all'inizio di luglio, quando erano i morti erano circa 500, dovuto, in particolar modo agli Stati del Sud e del Midwest.

Nel frattempo, il Congresso degli Stati Uniti non ha ancora deciso come estendere gli aiuti per i lavoratori non coperti dal sussidio di disoccupazione, mentre nuove misure di confinamento hanno costretto molte attività economiche alla chiusura. E pure per quanto riguarda la riapertura delle scuole non esiste un piano nazionale, tanto che il caos è totale, con Stati che dicono di voler praticare la didattica a distanza, scuole private che riaprono, scuole pubbliche che non lo fanno e, dove gli alunni rientrano in classe, non vengono adottate misure per evitare i contagi. Probabilmente gli studenti che ritorneranno sui banchi finiranno per rendersi responsabili, seppur involontari, di un ulteriore picco nei numeri della pandemia.

Vengono i brividi, se si pensa che anche in Italia sarebbe successa la stessa cosa se al governo ci fossero stati personaggi del calibro di Salvini e Meloni, per i quali Trump è un esempio da seguire e che adesso stanno accusando il premier Conte di aver deciso il lockdown di tutta l'Italia... senza che fosse necessario. 

Autore Ugo Longhi
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