Il Comune di Roma ultima spiaggia per Salvini e Meloni per evitare di definire un disastro le amministrative 2021
Per ribaltare l'esito del voto, o almeno tentare di farlo, il centrodestra ha bisogno di conquistare al ballottaggio il Comune di Roma.
Il candidato Pd, Gualtieri, ha ottenuto, da solo, oltre il 27% dei voti, secondo miglior risultato dietro Michetti, candidato scelto dalla Meloni, primo nei consensi, ma già rappresentativo di tutte le forze del centrodestra (Lega, FdI e FI). Sono loro due i candidati scelti dai romani che si contenderanno tra due settimane la carica di Sindaco della capitale
In teoria, Gualtieri potrebbe attingere ai voti di Calenda e Raggi... la somma dei loro consensi è pari quasi al 39%. Se il trasferimento dei voti dovesse essere dato per scontato, le speranze di Michetti, e quelle dei leader dei partiti che lo supportano, sarebbero già fin d'ora deluse.
Ma così non sarà, ed è lo stesso Gualtieri a riconoscerlo... seppur indirettamente:«Mi aspetto che Calenda - ha detto Gualtieri ad Unomattina - sostenga il candidato progressista, democratico... mi sembrerebbe strano il contrario. Non faremo apparentamenti, ma anche nel caso del M5S anche Conte ha detto mai con la destra. Ci aspettiamo, anche se lo chiederemo con grande umiltà, che gli elettori di Calenda e Raggi appoggino la nostra proposta. Siamo molto soddisfatti. Come volevamo siamo al ballottaggio e ci batteremo fino all’ultimo giorno per vincere e governare Roma. Noi non faremo apparentamenti, come avevamo detto, ma ci rivolgeremo agli elettori, a partire da quelli di Calenda e Raggi, chiedendo loro di votare per noi, per la nostra idea di una città che funziona, più vicina alle persone, che torni ad essere una grande capitale europea».
La risposta di Calenda, leader di Azione, arriva a stretto giro, sempre tramite i media, a "Oggi è un altro giorno": «Io non appoggio Gualtieri», in caso «sarà una dichiarazione a titolo personale» ma «ci devono essere alcune condizioni», per esempio «non devono esserci i 5 stelle in giunta». «Io ho fatto una lista civica votata da persone di orientamenti molto differenti» e «non farò né apparentamenti né alleanze».
E la risposta della Raggi? «Il voto è libero, i voti non sono pacchetti da spostare e i cittadini non sono mandrie da portare al pascolo». Gualtieri, pertanto, è avvertito... oltretutto la Raggi ha anche, e a buon diritto, più di un sassolino da togliersi dalla scarpa: «Dopo 5 anni di attacchi violentissimi, anche personali, ai quali in pochi avrebbero resistito, ho ottenuto poco meno di quanto hanno ottenuto centrodestra e centrosinistra. E questo è un dato da tenere in conto e su cui nei prossimi giorni faremo necessariamente una riflessione. ... Mi sono accollata la parte più difficile del lavoro e l'ho fatto convintamente. Adesso chi viene dopo non ha più scuse per non lavorare bene. ... E' stato un risultato importante che dà voce a tantissime persone che hanno creduto in me e nel lavoro che abbiamo fatto: ripristinare un'etica nella politica, riportare il rispetto della legalità nell'uso dei soldi pubblici, cioè dei soldi nostri, dare lavoro in modo pulito a ditte che prima non potevano lavorare su Roma, rifatto strade, case, scuole.»
Anche il presidente del nuovo M5S, Conte, da Napoli ha commentato positivamente il risultato di Roma: «La Raggi veniva da una situazione difficile, cinque anni di attacchi, di difficoltà in una città complessa, soprattutto nella fase iniziale. Però devo dire che anche il risultato della Raggi è un ottimo risultato, non c'è stata la possibilità di correre lì con un più ampio schieramento. Siamo rimasti un po' delusi, ci si aspettavamo qualcosa in più».
Ma con queste premesse, a meno non volesse rischiare nuovi strappi al suo interno, al prossimo turno il Movimento non potrà assicurare un appoggio aperto e diretto a Gualtieri, che così si trova stretto tra due fuochi, con Salvini e Meloni alla finestra che adesso cominciano a sperare.