Carles Puigdemont risponderà questo mercoledì alle dure dichiarazioni espresse nel suo discorso alla nazine dal Filippo VI sulla questione dell'indipendenza catalana, 24 ore dopo, alla stessa ora, le nove di sera.

Ma che cosa dirà è facile immaginarlo, visto che già è stato anticipato dallo stesso Puigdemont in un'intervista rilasciata ieri alla BBC e oggi da molti organi di stampa che hanno riportato le dichiarazioni ufficiali di una portavoce della camera regionale che ha anticipato la richiesta dei gruppi Junts Pel Sí e CUP, che detengono la maggioranza nel Parlamento catalano, che hanno chiesto per lunedì prossimo 9 ottobre che l'assemblea venga per discutere la dichiarazione unilaterale d'indipendenza. A questa farà seguito una votazione che la sancirà ufficialmente.

Rajoy, martedì, avrebbe ricevuto alla Moncloa gli arcivescovi di Madrid e Barcellona, Osoro e Omella, probabilmente per avviare tramite la diplomazia vaticana una sorta di mediazione. Ma sembra una mossa disperata, visto che già la scorsa settimana, oltre 400, tra diaconi, religiosi e preti catalani si erano espressi a favore del referendum!

Dal punto di vista delle conseguenze economiche, l'indice azionario di Madrid cala oggi sotto i 10mila punti e lo spread sui titoli del debito pubblico spagnolo è cresciuto del 6%.

Madrid, al momento, non ritira le forze di sicurezza nazionali inviate per impedire il referendum di domenica scorsa, cambiandone però la loro collocazione per garantirne la sicurezza. Per quanto riguarda il maggiore Trapero, capo della polizia catalana, i Mossos d'Esquadra, è indagato dalla giustizia spagnola per il reato di sedizione.

Inutile sottolineare che tutto quello che sta accadendo equivale ad aggiungere benzina su una situazione già di per sé esplosiva.