Dopo la catechesi sul passo del Vangelo di Luca sulla parabola che ha per protagonisti, un fariseo e un pubblicano (18,9-14) e la preghiera dell'Angelus, ai fedeli presenti in Piazza San Pietro papa Francesco ha rivolto loro un accorato appello sulla situazione di conflitto in Etiopia e sulle inondazioni che stanno colpendo vari Paesi dell’Africa, "che hanno provocato morte e distruzione oltre a milioni di sfollati".

Successivamente, visto che stava parlando di calamità, il Papa ha invitato i presenti a pregare anche "per l’unità e la pace dell’Italia... all’inizio di un nuovo Governo".

Un accenno dovuto, visto che  come riconosce tutta la stampa estera, quello attuale è un governo di post-fascisti, il primo dal 25 luglio 1943. 

In chiusura, Francesco ha ricordato che  martedì 25 ottobre, si recherà al Colosseo "a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo, insieme ai rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni mondiali, riuniti a Roma per l’incontro Il grido della pace". 

Tale appuntamento è conseguente all'evento che ha preso il via oggi al Centro Congressi La Nuvola di Roma, per la 36.a edizione dell’Incontro Internazionale di Dialogo per la Pace organizzato e realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a partire dalla storica giornata di preghiera voluta da san Giovanni Paolo II ad Assisi il 27 ottobre 1986.

All’iniziativa partecipano i leader delle Chiese cristiane e delle grandi religioni, insieme ad alti esponenti rappresentativi della politica e della cultura internazionali.

"Uniamo le nostre voci - riporta il comunicato diffuso dalla Comunità di Sant’Egidio - perché Il grido della pace che si alza da tante parti del mondo possa sovrastare il rumore delle armi e della guerra".