Dal 2015, il Burkina Faso si deve difendere da attacchi jihadisti che hanno provocato numerosi morti, migliaia di sfollati all'interno del Paese e, solo dall'inizio del 2021, la fuga oltre confine di oltre 17mila persone, secondo le Nazioni Unite. 

Nelle scorse ore almeno 47 persone, tra cui 30 civili, sono state uccise nel nord del Burkina Faso, in uno scontro tra militanti islamisti e forze governative.

Nonostante questa sia la situazione del Paese, il prossimo 11 ottobre inizierà il processo contro l'ex presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, e di altri 13 imputati per l'assassinio  nel 1987 del suo predecessore, Thomas Sankara.

Il processo sarà pubblico e si svolgerà nella capitale Ouagadougou, secondo quanto dichiarato martedì dai pubblici ministeri militari.

Compaoré è stato costretto all'esilio nel 2014. Attualmente vive in Costa d'Avorio e non è da escludere che possa essere processato in contumacia. Nel 2015 nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura, mentre risale allo scorso aprile l'incriminazione per "attacco alla sicurezza dello Stato, complicità in omicidio e occultamento di cadaveri".

L'accusa riguarda il suo coinvolgimento nell'assassinio di Thomas Sankara, il Che Guevara africano, presidente del Burkina Faso dal 1983 al 1987, assassinato da Blaise Compaoré, che assunse la guida dello Stato subito dopo.

Un omicidio su mandato di Usa, Francia e Regno Unito, benedetto anche da altri Paesi africani confinanti con il Burkina Faso.

Perché Sankara fu assassinato? Perché tentò di rendere indipendente il suo Paese dal colonialismo. Perché prese decisioni tali per far sì che il Burkina Faso potesse sostenersi e crescere grazie alle sue risorse.

Cercò di migliorare la condizione economica della sua gente attraverso il taglio degli sprechi statali e la soppressione dei privilegi delle classi agiate, finanziando un ampio sistema di riforme sociali incentrato sulla costruzione di scuole, ospedali e case popolari. Si impegnò in un'importante lotta alla desertificazione piantando milioni di alberi nel Sahel. Si rifiutò di pagare il debito estero risalente all'epoca coloniale. Fu il primo presidente africano a riconoscere l'AIDS come grave piaga sociale lanciando un'efficace campagna di prevenzione. Infine è rimasto celebre per il suo discorso all'Organizzazione dell'Unità Africana contro imperialismo e neocolonialismo.

Thomas Isidore Noël Sankara è stato la dimostrazione che, al tempo stesso, gli africani possono aiutarsi da soli per migliorare le proprie condizioni di vita, ma che non gli è però consentito di farlo perché non sarebbe conveniente al fatturato di moltissime  multinazionali e al Pil dei Paesi da cui provengono.

Sankara non poteva essere corrotto, come normalmente accade per la quasi totalità dei politici africani, e per questo è stato assassinato materialmente da Blaise Compaoré, ma su mandato di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, i cui interessi nel Paese erano minacciati.

I migranti economici che provengono oggi dall'Africa sono conseguenza di quell'omicidio, perché ancora oggi l'Africa è un frutto da spremere per il benessere dei Paesi occidentali che ipocritamente e vigliaccamente si scandalizzano pure della miseria da loro creata, con il supporto di politici marionette che a loro volta utilizzano quelle migrazioni a supporto della loro becera e spregevole propaganda.