Esteri

Ecco che cosa ha detto Nasrallah sull' "Operazione Arbaeen"

Il Segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha battezzato con il nome in codice "Operazione Arbaeen" la risposta odierna all'assassinio alla periferia sud di Beirut, ad opera di Israele, del numero due del movimento, Fouad Shokor.

Nasrallah, in una dichiarazione rilasciata nel pomeriggio, ha detto che gli obiettivi principali dell'operazione erano la base di Glilot dell'Aman, l'intelligence militare israeliana e l'Unità 8200, che si occupa di "guerra cibernetica", entrambe situate nei pressi di Tel Aviv, e la base aerea di Ein Shemer. 

Il Segretario generale di Hezbollah ha spiegato che il nome in codice Operazione Arbaeen è stato scelto, per commemorare l'Arbaeen dell'Imam Hussein. Il Giorno di Arbaeen segna quaranta giorni dopo il Giorno di Ashura, giorno in cui Hussein ibn Ali fu ucciso nella Battaglia di Karbala.

L'operazione era programmata per iniziare dopo la preghiera dell'alba, alle 5:15 del mattino. Riguardo al ritardo nella risposta, Nasrallah ha confermato che Hezbollah era pronta ad agire sin dal primo giorno dopo l'assassinio del comandante Fouad Shokor. Tuttavia, il ritardo è stato intenzionale, parte della "strategia di punizione", aggiungendo anche che il periodo di attesa aveva lo scopo di consentire alla Resistenza di valutare se la risposta sarebbe stata coordinata oppure gestita autonomamente da ciascun fronte, oltre ad attendere il risultato dei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza.

Nasrallah ha sottolineato che la base di Glilot si trova a 110 km dal confine tra Libano e Israele (definito Palestina occupata) e a 1.500 metri dalla periferia di Tel Aviv. Ha aggiunto che il secondo obiettivo dell'operazione era la base aerea di Ein Shemer, situata a 75 km dal Libano e a 40 km da Tel Aviv.

Ha confermato che "un numero significativo di droni ha colpito i bersagli designati, ma il nemico sta tenendo nascosti tutti i dettagli rilevanti, ma i prossimi giorni riveleranno la verità su quanto accaduto".

Nasrallah ha poi detto che l'operazione prevedeva due fasi. La fase iniziale era incentrata sul colpire siti e caserme nella parte settentrionale di Israele con centinaia di razzi destinati ad esaurire la capacità di risposta dell'Iron Dome e dei missili intercettori, aprendo la strada alla fase due, che ha visto sciami di droni dirigersi verso gli obiettivi designati.

Per quanto riguarda le linee guida stabilite dalla Resistenza per la selezione degli obiettivi, Nasrallah ha affermato che dovevano essere militari, direttamente collegati all'assassinio del leader "martirizzato" e situati nel profondo del territorio occupato e vicino a Tel Aviv.

In risposta alle affermazioni israeliane secondo cui avrebbe sventato un attacco a Tel Aviv, il Segretario generale di Hezbollah ha confermato: "Il nostro piano iniziale era di lanciare 300 missili in questa operazione, ma ne abbiamo lanciati 340 e il nemico non ha sventato nulla".

Ha sottolineato poi che il resoconto israeliano degli eventi era "pieno di bugie", riflettendo la debolezza intrinseca di Israele. Ha aggiunto anche che nessuna piattaforma di lancio è stata presa di mira prima dell'operazione e che le rampe di lancio dei droni sono rimaste intatte sia prima che dopo l'attacco:

"Le affermazioni del nemico sul bombardamento preventivo di missili strategici preparati per colpire Tel Aviv sono una bugia su una bugia", notando che la Resistenza, con una strategia chiara e precisa, non aveva alcuna intenzione di usare tali armi. Ha inoltre sottolineato che i siti presi di mira dalle forze di occupazione questa mattina alla periferia delle città erano vuoti o erano stati evacuati.

Ha inoltre dichiarato che per la prima volta la resistenza ha lanciato un drone dalla Bekaa, confermando di aver attraversato con successo i confini di Israele, nonostante la lunga distanza.

Sayyed Nasrallah ha dichiarato che la Resistenza avrebbe monitorato l'esito dell'attacco alle due basi prese di mira. Ha spiegato che se sarà ritenuto soddisfacente, l'attacco sarà considerato sufficiente per pareggiare l'assassinio di Fouad Shokor. Tuttavia, se non sarà sufficiente, la resistenza si riserva il diritto di continuare e intensificare la risposta.

Ha concluso che la resistenza rimarrà salda nel suo sostegno a Gaza, al suo popolo, alla Palestina e ai luoghi sacri della nazione, indipendentemente dalle circostanze, dalle sfide o dai sacrifici, osservando che l'operazione odierna "potrebbe avvantaggiare la parte palestinese o quella araba in termini di negoziati", sottolineando che "il messaggio al nemico e agli americani che lo sostengono è che qualsiasi speranza di mettere a tacere i fronti di sostegno è vana, nonostante i sacrifici, in particolare sul fronte libanese".

Autore Ugo Longhi
Categoria Esteri
ha ricevuto 380 voti
Commenta Inserisci Notizia