Poco prima dell'una, Andrea Marcucci, capogruppo del Partito Democratico al Senato, prendeva la parola in Aula, intervenendo sull'ordine dei lavori:

«... Il Governo, di fronte a tutti i Capigruppo, ha preso un impegno, sul quale si è basato poi un calendario, compresa la diretta televisiva di stasera. Quindi credo che non ci possano essere dubbi sul fatto che alle 16 sarà presentato il maxiemendamento, anche perché il rappresentante del Governo poc'anzi ha rappresentato all'Aula una situazione che era evidente non fosse ancora stata presentata, quindi presumo sia quella contenuta all'interno del maxiemendamento.

Quindi do per scontato l'arrivo del maxiemendamento. Anzi, do anche la disponibilità alla Presidenza da parte del Gruppo del Partito Democratico, essendo sicuramente già pronto il maxiemendamento, ad un'anticipazione della ripresa dei lavori, visto che il Governo ovviamente è pronto, convocando una Conferenza dei Capigruppo al fine di cominciare a discutere e a votare finalmente in Aula...»


L'intervento del senatore Marcucci, ovviamente, era ironico e non a torto. La seduta è stata sospesa e ripresa alle ore 16 dove il vicepresidente incaricato ha comunicato che era ancora in corso la riunione della Conferenza dei Capigruppo, sospendendo nuovamente la seduta.. il maxiemendamento contente la legge di bilancio 2019, non era ancora pronto.

Solo nel tardo pomeriggio la conferenza dei Capigruppo ha annunciato l'ennesimo rinvio. Il testo del maxiemendamento arriverà in Aula solo domani, sabato, alle 14 e alle 20 inizierà la procedura del voto di fiducia.

Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte ha così commentato quanto è accaduto: «Siamo al rush finale. Ci rendiamo conto che siamo in zona Cesarini, ma nella giornata di domani [sabato, ndr] auspico possa essere approvata la manovra al Senato.»

A questo punto, la manovra dopo che sarà approvata dovrà poi ritornare alla Camera per l'ok definitivo, atteso tra il 27 e il 28 dicembre.


Inutile riportare le proteste delle opposizioni che hanno rimproverato al Governo tempi e modi della votazione. In ogni caso, a memoria, è la prima volta che il Parlamento è chiamato a votare la fiducia di una legge di bilancio praticamente al buio, senza conoscerne il contenuto. Da sottolineare che in passato la discussione in Aula ha permesso di emendare il testo da errori madornali, voci di spesa assurde e, addirittura, provvedimenti inseriti non si sa bene da chi che finivano per regalar soldi a qualche "fortunato" beneficiario.

Ma i 5 Stelle, quando erano all'opposizione, non dicevano di esser contrari al voto di fiducia perché finiva per privare il Parlamento del proprio ruolo e della propria dignità? In questo caso, sabato (se la legge di bilancio arriverà finalmente in Aula) non solo i senatori voteranno la fiducia, ma voteranno la fiducia su un testo che neppure conoscono, perché non hanno materialmente avuto il tempo di leggerlo e valutarlo... in pratica sarà un voto al buio!

Nella scorsa legislatura, e senza che vi fosse l'aggravio del voto al buio, i 5 Stelle avevano commentato il voto di fiducia, nelle varie occasione in cui era stato richiesto dal Governo, in questi termini: eversivo, aberrazione istituzionale, autostrada verso la dittatura, strumento per blindare le porcate...

E adesso, che sono al Governo, i 5 Stelle fanno pure peggio di coloro che in passato avevano criticato.