Secondo il "Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie", il timore di un estendersi del contagio in relazione alla riapertura delle scuole sarebbe ancora da dimostrare con assoluta certezza.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie - un'agenzia indipendente istituita nel 2005 in Svezia con lo scopo di fornire dati di sorveglianza e pareri scientifici sulle malattie infettive, che attinge le proprie competenze e conoscenze dai propri esperti, nonché da reti e organismi nazionali di salute pubblica - lo ha dichiarato  in un documento dedicato al tema, in funzione del fatto che in diversi Paesi europei il ritorno in classe è imminente, a partire dalla Germania.

Questo un passaggio ripreso dal capitolo introduttivo:

Gli ambienti scolastici riuniscono bambini e giovani adulti di diverse fasce d'età che condividono aule didattiche, attività sportive e strutture in comune. È stato dimostrato che i bambini hanno un numero maggiore di contatti sociali rispetto agli adulti, e questo è legato anche al fatto di frequentare la scuola. Allo stesso tempo, il personale scolastico ha un notevole numero di contatti con alunni e altro personale. Questi contatti possono provocare la trasmissione di infezioni. In conseguenza di ciò, molti paesi hanno chiuso scuole e asili per ridurre la trasmissione e mitigare l'impatto della pandemia. Tuttavia, anche se ci sono prove crescenti del basso impatto di COVID-19 nei bambini, il ruolo generale che i bambini giocano nella trasmissione e diffusione del SARS-CoV-2 rimane poco chiaro. Inoltre, uno studio recente suggerisce che la carica virale nei bambini sotto i cinque anni con sintomi COVID-19 da lievi a moderati è maggiore rispetto a quella presente nei bambini più grandi e negli adulti. Sebbene le scuole e le strutture educative non sembrino svolgere un ruolo importante nella trasmissione di COVID-19 in generale, la trasmissione del virus per mezzo di ragazzi asintomatici o pre-sintomatici è possibile. Pertanto, una strategia di test ben implementata negli ambienti scolastici potrebbe svolgere un ruolo importante nella prevenzione della trasmissione del coronavirus.

Nel frattempo, in Italia, il Ministero dell'Istruzione si appresta a dare il via ad un nuovo anno scolastico sulla base delle linee guida sulla didattica digitale integrata che però saranno utilizzate solo nelle scuole superiori, come ha precisato la ministra Lucia Azzolina che ne ha dichiarato la validità solo per gli studenti delle scuole superiori, dai 14 anni in poi.

La didattica digitale si potrà applicare non solo in caso di nuovo lockdown, ma anche nelle singole zone rosse che di volta in volta il governo dovesse decidere di istituire per arrestare il contagio. Nel caso di lezioni in didattica digitale integrata, sempre nella scuola secondaria di secondo grado, chi segue a distanza dovrà comunque fare lo stesso orario previsto in presenza, con le lezioni che saranno svolte in modalità sincrona per tutto il gruppo classe.