“La Democrazia in Italia vola sempre in alto”!

Almeno così ci raccontano sempre! 

Solamente che qualche volta quello che vola e che seguitano a chiamarla Democrazia, assomiglia moltissimo ad un “oggetto volante non identificato (UFO) come nel caso del referendum confermativo, per il taglio dei parlamentari, dove ci invitano a dichiarare il nostro parere.

Un impegno per il Paese dal punto di vista politico completamente inutile, per non parlare poi di quello economico; uno sperpero di danaro che, in questi tempi di magra, dovrebbe essere punito, per chi ha avuto la malaugurata idea di metterlo in atto, con la pena a ‘pane ed acqua” per un anno intero o almeno fino a che non chiedessero scusa al mondo intero di aver preso in giro noi cittadini!

Vogliono il nostro coinvolgimento su una prova di forza tra leader politici che non sanno più cosa inventarsi per restare nella cresta dell’onda; per continuare ad esercitare un potere che neanche una farsa alla napoletana di Edoardo Scarpetta potrebbe eguagliare!

Questa quintessenza di funambolismo politico è il massimo che si potrebbe chiedere al conte Raffaello ‘Lello’ Mascetti (Ugo Tognazi nel film Amici miei) che di “supercazzole” era il massimo specialista.

Una mega supercazzola in tutti i sensi!

Primo tra tutti l’assenza del raggiungimento del quorum che in ogni consultazione dovrebbe essere obbligatoria.

Una ipotesi assurda ma verosimile: se ad esprime il loro parere andassero solamente 3 votanti sui n-milioni dei diritti al voto, dove due su tre esprimessero uguale consenso, avrebbero comunque determinato l’andamento della consultazione che, per legge, dovrebbe andare nel senso voluto dalle tre persone votanti mentre gli altri italiani dovrebbero inchinarsi a questa assurdità (prego cinque minuti di risate sono doverose).

Ma questo è il minimo della commedia!

Il grosso sta nelle altre pieghe della faccenda!

La legge per la riduzione dei parlamentari già c’è (approvata del Parlamento e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019) e allora perché chiedere ancora il nostro parere?

Come ho scritto in altra occasione, questo referendum, tanto per il si quanto per il no, ha la valenza solamente di un “manifesto politico”; stiracchiato tanto a destra quanto a sinistra, secondo le proprie convenienze però, per dargli la parvenza di un atto democratico, ha bisogno del “bollino” di noi cittadini che, con i pantaloni abbassati, ci caschiamo in pieno!

Svegliamoci e rendiamoci conto che se voti “SI” o voti “NO”, o se invece ti venisse l’idea di votare “NI” o votare “SO”, non cambierebbe assolutamente nulla se non quella di mettere ancor più in ridicolo questa “supercazzola” perché, per dare sostanza al risultato, dovranno necessariamente prenderla in considerazione alla fine di questa legislatura ma, per le poltrone che dovranno forzatamente abbandonare, gli stessi dante causa, l’accantoneranno, dimenticando la legge “taglia teste” in qualche cassetto ministeriale e tutto finirà a “tarallucci e vino”!

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)