Potrebbe essere di origine vulcanica, probabilmente formatosi da magma incandescente, il substrato roccioso della superficie di Marte su cui si sta muovendo il rover Perseverance. La scoperta è importante perché quando i campioni nei prossimi anni potranno essere portati sulla Terra sarà possibile effettuare una datazione accurata sia delle eruzioni del cratere Jezero, che dello stesso pianeta, aumentando di conseguenza la conoscenza del nostro sistema solare
Non solo. Il team di scienziati a supporto della missione Nasa su Marte ritiene che le rocce nel cratere abbiano interagito più volte con l'acqua nel corso delle varie ere geologiche e che, pertanto, alcune possano contenere molecole organiche.
Queste informazioni sono state presentate giovedì durante un meeting dell'American Geophysical Union a New Orleans.
Anche prima che Perseverance atterrasse su Marte, il team scientifico della missione si era interrogato sull'origine delle rocce nell'area del cratere Jezero. Erano da classificare come un accumulo di particelle minerali eventualmente trasportate in quel luogo da un antico sistema fluviale oppure residui del magma generato da colate laviche di un vulcano ormai estinto da tempo?
Grazie allo strumento PIXL che ha analizzato una roccia denominata Brac, raccolta nella regione South Seitah, si è potuto stabilire che i grandi cristalli di olivina incastrati in cristalli di pirosseni che la caratterizzano potrebbero essersi formati per il raffreddamento del magma.
"La roccia è stata poi alterata dall'acqua diverse volte, diventando un vero tesoro che permetterà agli scienziati del futuro di datare gli eventi di Jezero, capire meglio il periodo in cui l'acqua era più diffusa sulla sua superficie e rivelare la storia primordiale del pianeta", ha detto Ken Farley del California Institute of Technology."Cominciavo a disperare che non avremmo mai trovato la risposta" ha proseguito KenFarley, "ma poi il nostro strumento PIXL ha dato una buona occhiata alla zona abrasa di una roccia dell'area soprannominata 'South Séítah' e tutto è diventato chiaro: i cristalli all'interno della roccia hanno fornito la pistola fumante".
Perseverance è stata anche in grado di stabilire nei campioni di Seitah la presenza di minerali di carbonato e solfato.
"Questi minerali - ha dichiarato Kelsey Moore, anch'ella scienziato del California Institute of Technology - ci indicano che dopo la formazione di queste rocce ignee, l'acqua scorreva attraverso fessure e crepe presenti nelle rocce. Questo ci dice che c'erano ambienti acquosi nel cratere di Jezero dopo la formazione di queste rocce che potrebbero essere stati di acqua salata. E questo è importante quando iniziamo a considerare le possibili forme di vita che potrebbero essere esistite in quel tipo di acque".