Sulla questione dei migranti a bordo della Sea-Watch 3 ancorata al largo di Siracusa, è da riportare l'intervento odierno di due Garanti, quello a tutela dell'infanzia e e quello a tutela dei detenuti.


Filomena Albano, in rappresentanza dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, ha inviato una segnalazione al presidente del Consiglio e al ministro dell'Interno ai sensi dell'art. 3 della legge 112/2011 - di cui ha informato anche il Presidente della Repubblica e i Presidenti di Senato e Camera - relativa ai diritti dei minorenni presenti a bordo della Sea-Watch 3.

"La condizione di vulnerabilità delle persone di minore età - si legge - deve essere tutelata immediatamente e adeguatamente nel rispetto della legge interna e delle norme internazionali alla luce del principio del superiore interesse del minore. Per questo i minorenni presenti sulla Sea Watch vanno fatti sbarcare.

La legge italiana prevede che il respingimento non possa avvenire in nessun caso. Le fonti internazionali, europee e interne stabiliscono poi per le persone di minore età il diritto a un'adeguata accoglienza in Italia.

Questo significa – scrive Filomena Albano – attivare le procedure previste dalla legge 47/2017 sui minori stranieri non accompagnati. E quindi valutare caso per caso come realizzare il superiore interesse del minore attraverso l'identificazione, un colloquio conoscitivo e la nomina di un tutore."

Infine, nella nota si ricorda che i diritti sanciti dalla Convenzione di New York – diritto all'uguaglianza, alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla famiglia, alla salute, all'educazione – vanno garantiti a prescindere da ogni considerazione di origine nazionale.


Ma a fare ancor più discutere, probabilmente, sarà la nota di Mauro Palma, con cui il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha scritto al ministro dei Trasporti Toninelli chiedendo "l'immediato attracco della nave Sea Watch 3 e il conseguente sbarco delle persone soccorse, nella chiara finalità di tutelare i diritti delle persone salvate e di preservare il Paese dal dover rispondere in sede internazionale di possibili violazioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU).

La situazione di stallo venutasi a creare per gli effetti della mancata autorizzazione all'attracco e dell'impossibilità della nave di riprendere la navigazione – scrive Palma – determina la privazione di fatto della libertà dei migranti soccorsi. Oltretutto è stato anche superato il limite massimo di 96 ore che la legge prevede per il fermo di una persona senza convalida giurisdizionale.

Per tale motivo il Garante ha chiesto "con la massima urgenza al ministro informazioni relative all'assegnazione di un luogo sicuro (POS) dove sbarcare le persone ora a bordo della nave Sea Watch 3;
all'indicazione data e allo stato attuale della situazione circa l'impossibilità di approdo, con la specificazione della motivazione;
alla presenza di donne e minori a bordo;
alla sistemazione delle persone salvate in ambienti coperti o esterni, con l'indicazione numerica in un caso e nell'altro;
alle condizioni materiali attuali e alle azioni intraprese per rispettare il divieto di trattamenti inumani e degradanti, con particolare riferimento all'accesso a cibo e acqua e alla tutela della salute;
ai motivi di ordine pubblico e sanità pubblica che hanno portato all'adozione dell'ordinanza che vieta a ogni natante di avvicinarsi alla Sea Watch 3.

Le persone a bordo di una nave che ha fatto ingresso nelle acque territoriali italiane, per quanto battente bandiera straniera, sono sotto la giurisdizione del nostro Paese.

Ciò implica la responsabilità dello Stato per ogni eventuale violazione dei diritti umani:
la situazione di privazione di fatto della libertà personale, in violazione dell'articolo 13 della Costituzione e dell'articolo 5 della CEDU;
il mancato avvio delle procedure individuali di identificazione e quindi la mancata considerazione delle posizioni individuali, a rischio di violazione del divieto di espulsioni collettive;
la mancata considerazione degli aspetti di vulnerabilità individuale, a rischio di violazione dell'articolo 3 della CEDU;
la possibile violazione del divieto di non refoulement, considerato che le persone soccorse dalla nave Sea Watch 3 provengono dalla Libia, Paese verso cui non possono essere respinte;
il rischio di violazione del diritto d'asilo regolato dalla Convenzione di Ginevra;
la possibile violazione dell'articolo 3 della CEDU in relazione alle condizioni in cui sono costrette le persone migranti a bordo."

Riguardo questi motivi, il Garante ha informato la Procura di Siracusa ipotizzando possibili responsabilità penali riguardo  un'illecita detenzione dei migranti sulla Sea Watch 3 oltre ai rischi di condanne del nostro Paese in sede internazionale.

"Il principio che le persone sono sempre un fine e mai un mezzo per raggiungere qualsiasi obiettivo" è quanto ha infine ricordato Mauro Palma, aggiungendo che si riserva di aprire un confronto in ambito europeo sull'atteggiamento tenuto dalle autorità olandesi nella gestione della vicenda Sea-Watch 3.


Nel frattempo, intervistato a fine mattinata dai giornalisti in loco, il Procuratore capo di Siracusa ha escluso al momento qualsiasi ipotesi di reato nei confronti dell'equipaggio della Sea-Watch, così come il sequestro della nave.

Inoltre, nel primo pomeriggio il prefetto di Siracusa ha concesso il permesso ad alcuni parlamentari Pd di salire a bordo della Sea-Watch per constatare le condizioni dei 47 migranti a bordo, dopo che in precedenza la Capitaneria di porto aveva impedito l'avvicinamento di qualsiasi imbarcazione ad almeno mezzo miglio dalla nave della Ong tedesca.


E a proposito di questioni giudiziarie legate ai migranti, in Senato è arrivata la richiesta del Tribunale dei Ministri di processare Matteo Salvini. Dopo averla letta con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico, Matteo Renzi ha dichiarato che voterà a favore dell'autorizzazione a procedere.