Istat: nel 2019 il Pil dell'Italia crescerà dello 0,3%
Anche l'Istat come l'Ocse: nel 2019 il prodotto interno lordo (Pil) dell'Italia crescerà dello 0,3% in termini reali, in deciso rallentamento rispetto all'anno precedente. L'Ocse, nella sua previsione di maggio resa nota martedì, aveva indicato una crescita piatta allo 0%, anche se in aumento dal -0,2% di qualche mese prima. Siamo lì, in base a quanto detto in passato da alcuni ministri del cambiamento che non si sentivano certo emozionare per un zero virgola in più o in meno.
Ma chissà che adesso, invece, pure gli zero virgola non diventino "medaglie".
Secondo l'Istat, sarebbe la sola domanda interna, al netto delle scorte, a fornire l'unico contributo alla crescita del Pil indicata per il 2019, mentre l'apporto fornito dalla domanda estera netta e quello relativo al ricambio delle scorte risulterebbero nulli.
Nel 2019, calerà anche la spesa delle famiglie e quella delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (Isp) stimata allo 0,5%.
In rallentamento anche gli investimenti fissi lordi, previsti in crescita dello 0,3%.
Meno produzione, meno posti di lavoro. Nel 2019 l'Istat prevede l'occupazione sui livelli del 2018 (+0,1%), con un lieve aumento del tasso di disoccupazione al 10,8% (per l'Ocse sarebbe invece di circa un punto percentuale più alto). In aumento le retribuzioni lorde in linea con l'andamento dell'inflazione, prevista per il 2019 al +0,9%.
Ma i dati sopra pubblicati, sempre in base a quanto dichiarato dall'Istat, potrebbero anche ulteriormente peggiorare in funzione dell'evolversi della situazione del commercio mondiale e di un possibile peggioramento delle concessioni e delle condizioni creditizie, legate "all'aumento dell'incertezza e all'evoluzione negativa degli scenari politici ed economici internazionali.
Nell'attuale scenario di previsione - ha proseguito l'Istat - si ipotizza il proseguimento della fase di politica monetaria accomodante e un conseguente effetto limitato dell'incertezza sui mercati finanziari e del credito.
Tuttavia, l'evoluzione di alcuni fattori quali l'acuirsi delle tensioni commerciali, le decisioni connesse alla Brexit e più in generale alla fase di ricostituzione del Parlamento europeo, potrebbero generare un aumento dell'incertezza sui mercati finanziari. [...]
Un peggioramento delle condizioni di incertezza [...] avrebbe effetti prevalentemente sulle scelte di investimento delle imprese portando a una riduzione degli investimenti in macchinari e attrezzature (-0,9 punti percentuali) rispetto allo scenario base.
Conseguentemente, il totale degli investimenti diminuirebbe (-0,3 punti percentuali) ma non si verificherebbe una riduzione significativa del Pil".
Da capire, adesso, in base agli impegni assunti dal Governo nella precedente manovra di bilancio (vedi tra l'altro la clausola di salvaguardia di oltre 20 miliardi relativa a scongiurare l'aumento dell'Iva), come i vari ministri del cambiamento potranno dar seguito alle loro nuove promesse annunciate a partire dal prossimo anno, ad iniziare dalla flat tax.