"La decisione della Russia di interrompere l’accordo del grano è l’ulteriore prova su chi è amico e chi è nemico dei paesi più poveri. Riflettano i leader di quelle nazioni che non vogliono distinguere tra aggredito e aggressore. Usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’altra offesa contro l’umanità".

Il commento rilasciato ieri dalla premier Giorgia Meloni per biasimare la Russia di non aver rinnovato l'accordo che consentiva un passaggio sicuro sul Mar Nero alle navi mercantili che trasportavano grano e cereali ucraini vale come esempio dei commenti espressi dalla quasi totalità di altre autorità e  politici, in rappresentanza di istituzioni e nazioni che stanno supportando finanziariamente e militarmente Kiev.

La Russia, però, ricorda che l'accordo prevedeva anche delle concessioni che Mosca non ha però riscontrato dopo un anno dalla sua attuazione.

Per questo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito "irragionevole" la posizione dei Paesi europei, anzi...

"In questo caso, [penso] sia più appropriato definire inconcepibile la posizione dei Paesi europei",

ha detto Peskov, rispondendo ai commenti del segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha definito la decisione della Russia di ritirarsi dall'accordo sul grano "inconcepibile".

Inoltre, Peskov ha affermato che il Cremlino "è categoricamente in disaccordo" con la dichiarazione di Blinken. "La Russia ha adempiuto ai suoi obblighi e ha prorogato l'accordo più volte, nonostante il fatto che i punti  dell'accordo relativi alla Russia non siano mai stati attuati", ha sottolineato il portavoce del Cremlino.

Ha aggiunto che Mosca tiene in grande considerazione gli sforzi e i tentativi del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di persuadere i Paesi europei ad adempiere ai loro obblighi previsti dall'accordo sul grano. "Apprezziamo molto il ruolo del Sig. Guterres nella conclusione di questo accordo; apprezziamo molto gli sforzi del Sig. Guterres nel tentativo di persuadere i Paesi europei ad adempiere agli obblighi che si sono assunti. Tuttavia, sfortunatamente, ciò non è avvenuto", ha affermato il Funzionario del Cremlino ha detto ai giornalisti.

La Russia ha rifiutato un'ulteriore estensione dell'accordo perché le disposizioni in esso contenute per rimuovere gli ostacoli all'esportazione di prodotti agricoli russi non sono mai state attuate. Inoltre, Mosca ha ripetutamente sottolineato che la maggior parte delle esportazioni di grano ucraino è stata spedita verso i Paesi occidentali, piuttosto che verso quelli più bisognosi del Sud del mondo, come originariamente pattuito. Peskov, infine, ha confermato che Mosca è pronta a rispettare i termini dell'accordo, ma solo dopo che le disposizioni relative alle esportazioni dei prodotti agricoli russi saranno state attuate.

Sull'argomento ha rilasciato anche una dichiarazione la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, durante una trasmissione televisiva.

"Siamo partiti dal fatto che abbiamo dato mano libera al Segretario Generale delle Nazioni Unite [Antonio Guterres]. Eravamo pronti a lavorare con lui e abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per sbloccare la situazione. Non accetteremo più rassicurazioni e promesse, o qualche sprezzante iniziativa dell'ultimo minuto mirata solo a farci dire "sì". Solo risultati concreti. E quando verranno presentati tali risultati concreti, solo allora, forse, sarà possibile [per noi] pensare di riprendere a far parte dell'accordo".

I rappresentanti dei Paesi occidentali, però, del rispetto dell'applicazione delle concessioni fatte a Mosca per rimuovere gli ostacoli all'esportazione di prodotti agricoli non ne hanno parlato e non ne stanno parlando.