Come ben sappiamo, in Italia oramai la politica fa sempre più ricorso al verosimile che al vero, per far credere che è stato fatto ciò che si era promesso. E questo riguarda anche, se non soprattutto, chi è al governo. Ma, come si è soliti dire, tutto il mondo è paese.

Pertanto, la dichiarazione di ieri sera con cui il primo ministro britannico Theresa May e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker hanno annunciato una nuova formulazione del backstop che dovrebbe risolvere le perplessità dei parlamentari britannici, che avevano bocciato il precedente accordo sulla Brexit, è ancora da vedere se possa essere o meno la soluzione al problema.

Naturalmente, Theresa May dice che le "modifiche legali" apportate al trattato e specificate in tre nuovi documenti consentono alla Gran Bretagna di risolvere i problemi legati alla possibilità teorica di essere per sempre vincolata alle politiche economiche dell'Ue, nel caso non si arrivasse ad una soluzione per risolvere la questione degli scambi commerciali tra le due Irlande, mantenendo aperte le frontiere tra i due Paesi.

Ad esprimersi su questo punto, però, dovrà essere il procuratore generale di sua maestà per l'Inghilterra e il Galles (Attorney General), Geoffrey Cox, che dovrà comunicare prima del voto di martedì il suo giudizio alla Camera dei Comuni. I parlamentari pro-Brexit, sia quelli del partito conservatore, sia quelli nord-irlandesi del DUP, hanno detto di voler attendere anche il parere di Cox prima di esprimersi sulle nuove garanzie ottenute dalla May.

Per Jeremy Corbyn, il leader del partito laburista che è all'opposizione, le rassicurazioni fornite da Theresa May sono da considerarsi ancora lontane dai cambiamenti che aveva promesso ai parlamentari.


Nelle prossime ore sapremo se la May sarà riuscita a convincere il Parlamento della validità del nuovo backstop. I voti dei parlamentari del Democratic Unionist Party, a questo punto, potrebbero essere decisivi.