Tempo del Creato 2023: un "Pentalogo" per impegnarsi a custodire la nostra casa comune
Custodia, conversione, comunità, cura, cambiamento: Sono i cinque ingredienti della ricetta – il “Pentalogo per il Tempo del Creato 2023” dal titolo “Che scorrano la giustizia e la pace” – proposta della Commissione Nuovi Stili di Vita della diocesi di Vicenza per affrontare con consapevolezza il Tempo del Creato 2023, periodo liturgico che si celebra in tutto il mondo tra il 1° settembre (Giornata del Creato) e il 4 ottobre (ricorrenza di San Francesco d’Assisi).
Il documento della Commissione diocesana è stato curato da Adriano Sella (del Movimento Gocce di Giustizia, educatore, scrittore e divulgatore), alla luce del Messaggio di papa Francesco per il Tempo del Creato 2023 e della proposta della diocesi vicentina.
Di seguito riportiamo il testo del Pentalogo:
Le 5 C per impegnarsi a custodire la nostra casa comune
1° C come Custodia per far scorrere la giustizia e la pace su tutto il Creato, in modo da costruire una giusta relazione con Dio, con l’umanità e con la natura. “Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica. Questa giustizia deve emergere laddove è necessaria, non nascondersi troppo in profondità o svanire come acqua che evapora, prima di poterci sostenere. Dio vuole che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza” (Messaggio di papa Francesco per il Tempo del Creato).
- Cerchiamo di mettere in atto piccole azioni quotidiane di custodia verso tutte le creature, soprattutto verso quelle più fragili, così come fanno mamma e papà nei confronti dei propri figli.
2° C come Conversione per trasformare i nostri cuori, in modo da rinnovare il nostro rapporto con il creato: non più un oggetto da sfruttare ma un dono sacro del Creatore che noi dobbiamo garantire a tutti e a tutte (conversione ecologica). Abbiamo un dovere di giustizia verso le giovani generazioni, per questo “dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani” (Ibidem).
- Impegniamoci ad ascoltare e rispondere con giustizia e pace al grido di sorella madre terra e degli impoveriti ed esclusi, mediante le buone pratiche quotidiane che tutti possono fare secondo le proprie possibilità e vocazione, in modo che la Creazione ritorni ad essere un dono per tutti e tutte. Optiamo, quindi, per politiche economiche che promuovano giustizia e pace verso tutti gli abitanti della terra.
3° C come Comunità. “Come un bacino fluviale con i suoi tanti affluenti grandi e piccoli, la Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua. Ogni sorgente aggiunge il suo contributo unico e insostituibile, finché tutte confluiscono nel vasto oceano dell’amore misericordioso di Dio. Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda, così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge” (Ibidem).
- Impegniamoci, quindi, per la sinodalità della nostra Chiesa, a partire dalla nostra comunità cristiana. Comunità autentiche che sappiano fare scelte comunitarie per la custodia del Creato: per es. le comunità energetiche, i gruppi di acquisto solidale, caporalato free, finanza etica, luoghi di condivisione e di comunione, ecc.
4° C come Cura per mettere in atto “una rivoluzione d’amore”. “Anche qui, immersi nel creato, c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra. E così come il battito dei bimbi, fin dal grembo, è in armonia con quello delle madri, così per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita” (Ibidem).
- Cerchiamo di sentire il battito della nostra sorella e madre terra per prenderci cura di tutta la sua grande e complessa realtà, in modo da riportarla alla bellezza originaria. Adottiamo uno sguardo di amore nei confronti dell’altro, tale da vedere in tutto “un dono di Dio” da rispettare, custodire e promuovere. Prendiamoci cura di tutto quello che ci circonda, soprattutto verso le creature più piccole e fragili.
5° C come Cambiamento per trasformare i nostri stili di vita. “In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita” (Ibidem). Il cambiamento parte dal grido della terra e dei poveri, sfocia in una conversione ecologica ed approda alla concretezza di buone pratiche.
- “Adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili” (Ibidem).
(a cura di Adriano Sella, alla luce del Messaggio di papa Francesco per il Tempo del Creato 2023 e della proposta della Commissione diocesana NSdV di Vicenza, adrianosella80@gmail.com)