Riapre al pubblico, nella giornata di venerdì 22 luglio 2022, il Museo Archeologico del Cicolano (MAC), che ospita al sui interno i materiali provenienti dall’intensa attività di tutela e ricerca della Soprintendenza nell’area del Cicolano, il cui nome deriva dal termine ager Aequicolanus.

«Questo Museo rappresenta un perfetto dialogo tra la Soprintendenza e le istituzioni locali, una sinergia che permette di valorizzare un territorio poco conosciuto, ma incredibilmente affascinante. I materiali archeologici rinvenuti sono di eccezionale interesse, alcuni di essi rappresentano un unicum nell’archeologia, e trovano qui una degna sede espositiva a due passi dai contesti di provenienza»,

ha dichiarato Francesca Licordari, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti.

Il Museo racconta più di 2000 anni di storia, tratteggiando un’immagine definita del popolo degli Equi, fieri combattenti e antichi abitanti di queste terre, mostrando poi l’epoca della conquista di Roma e le modalità di gestione del territorio attraverso la fondazione di piccoli municipi territoriali e insediamenti produttivi per favorire un maggior sfruttamento delle risorse naturali.

Seguendo un virtuale viaggio nel tempo il Museo espone i reperti dei più antichi insediamenti umani noti in zona, recuperati nella suggestiva cornice della Grotta di Val de’ Varri.

Si prosegue con il racconto della storia degli Equi, popolo bellicoso sempre in armi, come lo descrivono gli antichi autori latini e come si evince chiaramente dai corredi funerari. L’esposizione racconta poi della religiosità di questa popolazione e delle manifestazioni del sacro, sottolineando l’importante ruolo che avevano i luoghi di culto all’epoca, che si caratterizzano per essere non solo luoghi religiosi, ma centri di mercato e punti di circolazione di uomini, cose e idee.  

Si spiega in questo modo il loro perdurare anche in età romana, quando sul territorio si istituiscono realtà amministrative, i municipi Cliternia e Nersae, per la gestione del territorio e delle necessità degli abitanti. In quest’epoca fioriscono una serie di insediamenti a carattere produttivo, delle vere e proprie aziende agricole, che garantiscono la miglior resa possibile delle terre coltivabili. Molti di questi posti continuano a essere abitati nel medioevo e ancora oggi.

«È con grande piacere che riapriamo le porte del Museo, che già da alcuni anni riveste un ruolo importante nel panorama culturale del territorio. Questo nostro Museo infatti dovrà consolidarsi sempre più come Luogo della Cultura per sostenere lo sviluppo del territorio, non solo sul piano economico ma anche sul quello sociale, investendo sulla crescita delle persone che abitano i luoghi che raccontiamo, e rivestire un ruolo di cerniera tra cittadini ed istituzioni»,

ha detto Francesca Lezzi, direttrice del Museo. 

Dalle ore 18 del 22 luglio sarà possibile apprezzare con visite guidate gratuite il grande patrimonio archeologico del Cicolano e approfondire la conoscenza di un territorio abitato sin da epoca molto antica, caratterizzato oggi da un paesaggio culturale pluristratificato. Alle 19.30 inaugurazione della nuova stagione del Museo con i saluti delle autorità.