Dopo la flessione dei giorni scorsi, è di nuovo salito il numero dei morti da coronavirus. Nella conferenza stampa di martedì, il capo della Protezione Civile, Borrelli, ha comunicato che oggi i decessi registrati sono stati 743, portando il totale delle vittime a 6.821. 

Cala invece, anche se lievemente, il numero di nuovi positivi, che è di 3.618 (ieri 3.780), che porta a 54.030 i contagiati ancora positivi al coronavirus, mentre sono 69.176 i casi totali.

 8.326 le persone guarite fino ad oggi. 

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 19.868 in Lombardia, 7.711 in Emilia-Romagna, 5.351 in Veneto, 5.124 in Piemonte, 2.497 nelle Marche, 2.519 in Toscana, 1.692 in Liguria, 1.545 nel Lazio, 992 in Campania, 848 in Friuli Venezia Giulia, 975 nella Provincia autonoma di Trento, 699 nella Provincia autonoma di Bolzano, 940 in Puglia, 799 in Sicilia, 622 in Abruzzo, 624 in Umbria, 379 in Valle d'Aosta, 395 in Sardegna, 304 in Calabria, 91 in Basilicata e 55 in Molise.


Questi i medicinali ad oggi utilizzati in via sperimentale per combattere la Covid-19, così come sono stati pubblicati in una nota dal ministero della Salute:

Favipiravir (Avigan)
Nella seduta del 23 marzo la Commissione Tecnico Scientifica dell'Aifa ha dato il via libera alla valutazione di un programma di sperimentazione clinica per valutare efficacia e sicurezza del medicinale favipiravir nella malattia COVID-19.“Il Comitato – ha commentato il ministro della Salute Speranza all'annuncio della decisione di Aifa- sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l'impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”.

Tocilizumab
Su questo medicinale, già utilizzato nel trattamento di altre patologie come l'artrite reumatoide, è in corso uno studio multicentrico di fase 2 sulla sua efficacia e sicurezza nel trattamento di pazienti con polmonite da COVID-19 . Lo studio, che  dovrebbe terminare entro la metà del mese di maggio 2020, nasce dai risultati di un'esperienza resa nota da ricercatori cinesi (Xiaoling Xu, Mingfeng Han, Tiantian Li et al. Effective Treatment of Severe COVID-19 Patients with Tocilizumab. chinaXiv: 202003.00026v1) secondo cui il tocilizumab ha prodotto incoraggianti benefici clinici e nei parametri di laboratorio in 21 pazienti affetti da polmonite severa o critica COVID-19. Tocilizumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell'IL-6, uno dei mediatori dell'infiammazione che consegue alla risposta immunitaria contro il virus che si realizza a livello degli alveoli polmonari. Tale risposta immunitaria e la conseguente “tempesta citochinica” finiscono con il produrre un significativo danno al parenchima polmonare che riduce notevolmente la funzionalità respiratoria.

Alle ore 12.00 del 20 marzo 2020, si sono registrati per la sperimentazione con tocilizumab  281 centri e sono stati arruolati 411 pazienti.

Remdesivir
L'Italia partecipa a due studi di fase 3 promossi da Gilead Sciences per valutare l'efficacia e la sicurezza della molecola sperimentale Remdesivir negli adulti ricoverati con diagnosi di COVID-19.

Gli studi saranno inizialmente condotti presso l'Ospedale Sacco di Milano, il Policlinico di Pavia, l'Azienda Ospedaliera di Padova, l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e l'Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Sono in identificazione, in collaborazione con AIFA, altri centri in Regioni con alta incidenza dell'infezione da coronavirus per l'inclusione negli studi.

Associazione di farmaci Lopinavir-Ritonavir
Un primo studio su malati Covid-19 è stato effettuato a Wuhan (Cina) per testare l'efficacia della combinazione dei farmaci Lopinavir-Ritonavir. I protocolli attualmente in uso presso i principali centri clinici, nonché le più recenti Linee guida SIMIT Lombardia, prevedono l'utilizzo di questi medicinali in fasi più precoci e in pazienti meno compromessi di quelli su cui è stata effettuata la sperimentazione in Cina. L'Aifa comunica che è stata osservata una tendenza verso la riduzione della permanenza in unità di terapia intensiva a favore dell'associazione di questi farmaci.