Sant’Agostino diceva che nessuno deve giungere ad una concezione propria di “animo meschino” e richiamare alla mente considerazioni del tutto insignificanti fino a domandarsi: come può essere che «in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio; tutto è stato fatto per mezzo di lui» (Gv 1, 1). Quand’ecco «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,1)? Certamente a quelli che credono nel nome di Dio ha dato il potere di diventare i suoi figli. 

Come si è potuto avverare - scriveva sant’Agostino, che il Verbo di Dio dal quale è retto il mondo, per mezzo del quale sono state create, e si creano, tutte quante le cose, si costringesse nel seno di una vergine; abbandonando il mondo, senza tener conto degli angeli, si rinchiudesse nel seno di una semplice donna? Il Verbo di Dio ebbe veramente ogni potere, perché anche il Verbo di Dio è onnipotente, e di restare presso il Padre delle misericordie, e di giungere a noi; a mostrarsi a noi incarnato, e occultarsi nel suo mistero dell’amore. Non è infatti che non esisterebbe se non si fosse incarnato. Era anteriormente alla sua Incarnazione, egli stesso creò la Madre sua. Elesse Colei nella quale essere concepito, creò Colei che avrebbe formato lui.[1]

Molte volte ci sforziamo ad esporre qualcosa del Verbo e forse la parola umana può in certo modo mediare qualche rassomiglianza; sebbene assai inadeguata, distanziata, senza alcun punto di raffronto, tuttavia è tale da avviare a un qualche approccio.  Il Verbo si è fatto conoscere alla nostra mente senza allontanarsi dal Padre suo. E come dire che la parola umana era in noi ed è uscita in voce. Per questo  il Verbo di Dio era presso il Padre ed uscì in carne. La carne di Cristo possiamo chiamare veste, veicolo e il suo giumento, poiché appunto su quel giumento sollevò l'uomo che era stato ferito dai banditi. Infine, il corpo glorioso di Cristo possiamo chiamare tempio, anche perché questo tempio, ha fatto già un’esperienza della morte. Ora, la carne di Gesù siede alla destra del Padre e in questo tempio vivo verrà a giudicare i vivi e i morti.[2] 

sac. prof.  dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Łydek

 
[1] MARCELLA RECCHIA, Opere di Sant’Agostino, cit.,  pp.  33-36. 

 [2]  Ibid., cit., p. 37.