La lettera di risposta di Puigdemont all'ultimatum di Rajoy: dialogo diretto per una soluzione comune
Quella che si gioca tra la Generalitat della Catalogna e il governo di Madrid è una vera e propria partita a tennis, una partita anomala, visti i tempi con cui i due giocatori rispondono ai colpi dell'avversario per rimandare la pallina nell'altro campo. Però, in tutto e per tutto è pur sempre una partita a tennis.
Così dopo la sibillina dichiarazione di Carles Puigdemont di sospensione di una indipendenza possibile ma non espressamente dichiarata in attesa di dialogo è arrivata ci rimando la risposta di Mariano Rajoy che dava tempo fino a lunedì al leader catalano di chiarirsi le idee se effettivamente o meno la sua dichiarazione al Parlamento della regione dovesse essere o meno considerata una dichiarazione d'indipendenza.
Dopo aver lasciato trascorrere circa una settimana Puigdemont ha inviato una lettera alla Moncloa chiedendo a Rajoy di dialogare faccia a faccia per risolvere la crisi con una soluzione politica che possa soddisfare entrambe le parti, senza chiarire - ci mancherebbe - se durante la seduta del Parlamento dello scorso martedì sia stata o meno dichiarata l'indipendenza della Catalogna.
Né sì né no. Così commenta il quotidiano La Vaguardia il contenuto della lettera iniviata dal presidente della Generalitat Carles Puigdemont che ha accuratamente evitato di rispondere in modo chiaro e semplice all'ultimatum in cui Mariano Rajoy gli chiedeva di chiarire entro lunedì 16 ottobre alle ore 10 se avesse o meno o meno dichiarato l'indipendenza.
La risposta di Puigdemont non chiarisce il dubbio, ma ribadisce la richiesta di un dialogo diretto con lo stesso Rajoy che avvenga quanto prima. Probabilmente, i separatisti catalani non faranno salti di gioia, ma adesso è comunque il governo spagnolo che ha la palla nel suo campo e dovrà decidere che cosa fare.
Da non dimenticare, comunque che Puigdemont nella sua lettera, riportata di seguito, chiede anche dei passi concreti da parte di Rajoy come segno di buona intenzione per avviare il dialogo, chiedendo che si fermi la repressione contro il popolo e il governo della Catalogna citando i casi di cittadini cartalani e del capo dei Mossos d'Esquadra indagati dalla procura per sedizione e che vengano ripristinati quelli che vengono definiti diritti fondamentali, come l'accesso ai conti bancari della Catalogna, l'accesso a internet e ad altri mezzi di comunicazione, il diritto alla riservatezza della corrispondenza, la liberazione di dipendenti pubblici ancora in stato di detenzione.
La lettera si conclude con la speranza di un dialogo che possa essere avviato quanto prima per non deteriorare la situazione e trovare un accordo che possa soddisfare entrambi.
Adesso tocca a Rajoy rispondere, anche se il chiarimento sul fatto che la Catalogna sia o meno stata dichiarata indipendente non è arrivato. Da vedere se Rajoy accetterà la formula di Puigdemont oppure interpreterà la sua mancata chiarezza in relazione alla dichiarazione d'indipendenza come la giustificazione per potersi appellare all'articolo 155 della Costituzione spagnola e chiedere il "commissariamento" della Catalagona. Una decisione comunque rischiosa che potrebbe avere come conseguenza il deterioramento della situazione tale da non poterne stabilire le consegeuenze che, sia per Madrid che per Barcellona, non potrebbero essere certo positive.