Lunedì 31 gennaio, il ministro dell'Istruzione Bianchi dichiarava che erano pronte le Ordinanze sugli Esami di Stato del primo e del secondo ciclo, annunciano per questo un "progressivo ritorno alla normalità".

Lo stesso entusiasmo, però, non è stato condiviso dagli studenti maturandi che questo venerdì hanno deciso di scendere nuovamente in piazza per spiegarlo a Bianchi.

Il nuovamente è giustificato dalle manifestazioni di alcuni giorni fa per l'abolizione della 107 e dei PCTO a seguito della tragica morte, a Udine, di uno studente all'ultimo giorno di uno stage in azienda basato sull'alternanza scuola lavoro. Manifestazioni che sono state salutate da inspiegabili dosi di manganellate da parte della polizia, sul cui comportamento la ministra Lamorgese non ha fornito spiegazioni, così come i paladini a prescindere delle forze dell'ordine, Giorgia e Matteo, che hanno preferito sorvolare.

Questo il commento dell'USB alle manifestazioni studentesche odierne:"La posizione degli studenti, comprensibile tatticamente e anche dal punto di vista umano, come risposta a una condizione reale di difficoltà, che oggi si traduce anche nella richiesta di non svolgere l'esame di stato secondo le linee guida appena pubblicate, necessita anche di un visione strategica, per cui la destrutturazione dell’esame, come della didattica frontale e in generale dei contenuti, sono tutte tappe dell’asservimento della scuola al capitale e alle sue logiche, della costruzione di una scuola di classe in cui si venga valutati sulla base delle proprie origini o di test a crocette che poco hanno a che fare con lo capacità  critica di pensare e dunque anche di lottare. Una scuola che andrebbe ripensata, ma non a partire dalle esigenze di Confindustria. Per questo sosteniamo le manifestazioni degli studenti oggi, che gridano sostanzialmente che non si può fare scuola, se da due anni la scuola non c’è e che loro non possono essere la carne da macello di un sistema malato e concentrato sul profitto". 

Per la Rete degli Studenti Medi"la decisione del ministero nel ripristinare la prima e alla seconda prova dopo due anni di pandemia e incertezze è inaccettabile. Non pagheremo sulla nostra pelle le scelte di una classe politica che non ci ascolta. Per questo abbiamo deciso di lanciare una mobilitazione nazionale per venerdì 4 Febbraio. Riempiremo le strade e le piazze di tutte le città di questo paese fino a che il ministero non tornerà sui suoi passi. Ancora una volta si preferisce incasellarci in dei numeri, piuttosto che accompagnarci in un percorso di apprendimento. Siete stati sordi alle nostre richieste dall’inizio dell’anno, ci avete riconsegnato una scuola piena di incertezze, volete che affrontiamo la maturità come se non avessi passato i due anni peggiori della nostra vita. Questa volta, però, non faremo un passo indietro".


Crediti immagine: Rete degli Studenti Medi