Abbiamo realizzato una breve intervista ad Anna Serena Zambon.

L'arte di imparare a guardare la bellezza

Avremmo piacere di conoscere da dove nasce questa sua passione per l’arte e per la scultura soprattutto?


Molto semplice. A parte l’interesse che regnava in casa mia dove sono nata, appena sposata con mio marito, Peter Hobart, abbiamo sognato e poi realizzato un parco di scultura in Ohio, USA e poi in Italia. Peter, pur essendo americano si laureò in Italia con una tesi sull’Arco di Settimio Severo a Roma. Ecc.ecc.


Quali sono i suoi scultori moderni e contemporanei preferiti?


Impossibile elencarli tutti.
Inizierò da Giò Pomodoro,  grande amico, a Beverly Pepper. E poi Nicola Carrino, Costantino Nivola, David Smith,  Eduardo Chillida, Barbara Chase, grande amica e il giapponese  Kan Yasuda. Naturalmente essendo io amica di Peter Murray e quindi dello Yorkshire Sculpture Park, impossibile non inserire Henry Moore.


Questo suo amore per la natura è una cosa che le appartiene storicamente o le è cresciuto maggiormente con questa sua lunga permanenza in Toscana?


Ho scelto di lasciare Roma e di trasferirmi qui nella campagna toscana per amore della natura. Come molti amici artisti stranieri hanno notato, qui,  i contadini piantano nel loro terreno cipressi, ulivi, pini e rosmarini con la maestria degna di un architetto. Incredibile, ma vero.


Abbiamo avuto occasione di sapere che il lavoro del vostro parco naturalistico di scultura avrà anche un risvolto educativo verso le scuole del territorio e quindi verso le nuove generazioni. Quanto è importante oggi trasmettere questi valori?


Più che importante è essenziale. L’amore per la bellezza deve iniziare assai prima dell’età scolare, ma con la nascita del linguaggio, “guarda che bello” dovrebbe essere il primo invito di una madre 
al suo piccolo/a, che deve imparare guardare per capire la bellezza. Penso a un genitore che suggerisce di ammirare la fogliolina che cresce su un ramo o un fiore che sta per sbocciare. Bisogna prima di tutto imparare a guardare.