Michetti si è giocato il voto degli ebrei romani... nonostante sostenga di non essere un neofascista
«Quando chiediamo di ricordare la Shoah non lo facciamo per noi ebrei, lo facciamo perché la Shoah è il paradigma del male e il male va combattuto senza ambiguità di nessuno tipo. Le parole di Michetti sono pericolose e nascondono un inquietante pregiudizio».
Così Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha commentato quanto dichiarato dal candidato a sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, nel 2020 sul sito dell'emittente radiofonica Radio Radio:
«Ogni anno si girano e si finanziano 40 film sulla Shoah, viaggi della memoria, iniziative culturali di ogni genere nel ricordo di quell'orrenda persecuzione … e sin qui nulla quaestio, ci mancherebbe. Massimo rispetto per chi è stato trucidato da barbari assassini senza scrupoli per la sola “colpa” di appartenere ad una etnia o ad una confessione religiosa, ma mi chiedo perché la stessa pietà e la stessa considerazione non viene rivolta ai morti ammazzati nelle foibe, nei campi profughi, negli eccidi di massa che ancora insanguinano il pianeta? Perché in questi casi c'è una tendenza a dimenticare? Perché il buonista prova un senso di fastidio, quasi di insofferenza al ricordo di morti ammazzati magari soltanto perché ITALIANI? Forse perché non possedevano banche, forse perché non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta, forse perché si doveva nascondere qualche scomoda compromissione, forse perché era gente semplice, forse perché italiani troppo soli ritenuti dalla Patria marginali e quindi sacrificabili (una sorta di scalpo da consegnare al vincitore), forse perché totalmente indifesi… donne e bambini buttati nei dirupi carsici, legati tra loro, a morire per i traumi o lasciati agonizzanti fino a quando la risalita delle acque nelle fosse non li avesse annegati. Le leggi razziali, l'olocausto, come del resto la tratta degli schiavi, ed ogni altra forma di abominio contro gli esseri umani segna il punto più basso della storia dell'uomo. Ma fare ciniche ed opportunistiche distinzioni è altrettanto ignobile e vergognoso».
Shalom, la rivista della comunità ebraica di Roma, commenta così la dichiarazione del candidato sindaco per il centrodestra (non viene citata l'apertura che si rifà alle parole già riportate di Ruth Dureghello):
«Il pensiero che le nostre istituzioni cittadine siano guidate da persone il cui pensiero è intriso di pregiudizi fa tremare. – ha scritto in una nota la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni - Cultura del dialogo ed educazione alla memoria di ciò che fu il fascismo siano punti cardine alla base anche delle scelte elettorali”. Dal mondo ebraico e buona parte del mondo politici è giunta prontamente la condanna alle parole di Enrico Michetti, che si, risalgono al 2020, ma che la dicono lunga sul pensiero del candidato sindaco. [citazione di Michetti] Insomma, banche, lobby, e così via, un concentrato di stereotipi e di pregiudizi che rendono queste parole preoccupanti e inquietanti, soprattutto se arrivano da un candidato sindaco».
Che cosa ha detto Michetti al riguardo?
«La Shoah è stata unica nella sua disumanità contro uomini e donne che non avevano nessuna colpa, il punto più basso della storia, ricordare altre tragedie della storia non aggiunge o toglie nulla».
Chissà qual è il senso di tale dichiarazione. Ognuno la giudichi come vuole. Due, sono comunque gli aspetti interessanti della vicenda.
Il primo riguarda la collocazione politica di Michetti. Uno che si rifà alla propaganda nazifascista dell'ebreo affamatore di popoli perché controlla banche, media e istituzioni fa un po' sorridere rivedendolo indignarsi perché qualche giorno fa Lilli Gruber lo aveva etichettato come appartenente alla destra, destra, destra... forse un po' neofascista.
Il secondo aspetto è di ordine "elettorale". Dopo la svolta di Fini volato in Israele ad insaputa del suo stesso partito, tanto che La Russa e Gasparri in una conversazione rubata da un giornalista del Tempo dissero che aveva perso la testa, è letteralmente sbocciato l'amore tra ebrei italiani e destra. Prima applaudivano Berlusconi, oggi affollano le piazze per ascoltare Salvini e Meloni!
E adesso che il candidato scelto dalla Meloni non solo fa l'occhiolino al saluto fascista (definirlo romano è un assurdo storico, perché i romani non si salutavano come spacciato dalla propaganda del ventennio), ma promuove pure uno dei punti che stavano alla base delle leggi razziali, è difficile che possa ottenere consensi da quel mondo, anche in base a quanto ha dichiarato la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, in merito alle considerazioni sulla Shoah, definite scandalose (dichiarazione già riportata in precedenza, ma importante da sottolineare):
«Il pensiero che le nostre istituzioni cittadine siano guidate da persone il cui pensiero è intriso di pregiudizi fa tremare. Cultura del dialogo ed educazione alla memoria di ciò che fu il fascismo siano punti cardine alla base anche delle scelte elettorali».