La Corte costituzionale si è riunita oggi [martedì, 15 febbraio, ndr] in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”.In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Così la nota con cui, nel tardo pomeriggio di martedì, la Consulta ha bocciato il referendum che avrebbe legalizzato l'eutanasia promosso dall'associazione Luca Coscioni che, ieri, aveva pubblicato un articolo dell'ex presidente della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri, titolato "Il diritto di decidere sulla propria vita", che si concludeva con queste parole:

"L’esito positivo del referendum non precluderà certamente al legislatore la possibilità di costruire una riforma organica di tutto il complesso di principi, regole e rapporti, personali e istituzionali, collegati alla tematica generale del fine vita. Il binario tracciato dal referendum potrà essere soltanto il rispetto del supremo principio di autodeterminazione dell’individuo, nucleo duro di una cultura liberale finalmente non più compressa da diversi organicismi, religiosi o ideologici. Il principio supremo non può che essere: vivere in unione con gli altri, senza annullare la propria individualità, base ineliminabile perché abbia un senso parlare di libertà e democrazia".

Invece, gli attuali componenti della Corte costituzionale oggi la pensano diversamente.