Sergey Lavrov, in una intervista rilasciata oggi alla Tass, ha detto che Mosca non ha più in programma di avere rapporti con l'Unione Europea, dato che l'Occidente ha condotto di fatto una guerra ibrida contro la Russia.
Secondo il ministro degli Esteri russo, le relazioni tra Mosca e l'Ue sono "ai minimi storici" per ragioni ben note:
"Subito dopo il lancio dell'operazione militare speciale, l'Unione europea ha seguito le orme degli Stati Uniti e della NATO per intraprendere una guerra ibrida contro di noi. Il capo della diplomazia dell'Ue, Josep Borrell, è stato uno dei primi a chiedere la sconfitta della Russia sul campo di battaglia.Naturalmente, non ci sarà più un rapporto del tipo "business as usual" con una tale controparte. Non intendiamo né bussare a porte chiuse, né avviare progetti in comune. Grazie a Dio, per la Russia il mondo non è solo l'Unione europea e abbiamo molti amici e molte nazioni che altrove la pensano allo stesso modo altrove.Le élite al potere nell'Ue hanno seguito la linea anti-russa dettata dagli Stati Uniti quasi in piena obbedienza e talvolta persino finendo per essere più realisti del re".
In relazioni a possibili colloqui di pace annunciati nelle scorse ore dall'Ucraina a partire dal prossimo febbraio, così è quanto ha risposto oggi la Russia.
Queste le parole del capo del comitato per gli affari internazionali della Duma di Stato, nei mesi scorsi anche membro della delegazione russa ai colloqui con l'Ucraina, Leonid Slutsky:
"L'Ucraina non è ancora pronta a tenere negoziati di pace; tutte le dichiarazioni fatte dal ministro degli Esteri ucraino, Dmitry Kuleba, sono una cortina fumogena",
ha detto Slutsky commentando la dichiarazione del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sulla sua disponibilità a mediare in un " vertice di pace", proposto in precedenza da Kuleba. Slutsky ha sottolineato che è stata la parte ucraina a ritirarsi dal processo di pace di Istanbul, scegliendo invece la via di un'escalation del conflitto.
"Non siamo stati noi a eludere i colloqui di pace, non siamo stati noi a inscenare la provocazione a Bucha", ha poi aggiunto Slutsky osservando che "la palla è ancora nel campo di Kiev",
mentre gli obiettivi dell'operazione militare speciale rimangono gli stessi, ovvero la denazificazione e la smilitarizzazione dell'Ucraina.
Il legislatore ha anche osservato che la Russia ha chiesto alla comunità internazionale di interrompere le forniture di armi a Kiev:
"La Russia ha ripetutamente invitato la comunità internazionale, anche a livello parlamentare, chiedendo di smettere di armare il regime di Kiev; tuttavia, gli Stati occidentali continuano a supportarlo e a fornire armi pesanti. Questo è ciò a cui le Nazioni Unite dovrebbero prestare maggiore attenzione.E finché questa situazione persiste, Kiev continuerà a disinformare la comunità globale riguardo alla sua posizione sui negoziati. Finché l'intero blocco NATO combatterà contro la Russia in Ucraina, qualsiasi cosiddetta formula di pace da parte [delle autorità di Kiev] sarà inefficace", ha concluso Slutsky.
Anche il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, ha detto la sua sulla proposta di Kuleba di tenere un "vertice di pace" alle Nazioni Unite entro la fine di febbraio.
"Il ministro degli Esteri Kuleba ha detto che l'Ucraina mira a un vertice di pace entro la fine di febbraio in cui il capo delle Nazioni Unite potrebbe svolgere il ruolo di mediatore. Successivamente, il ministero degli Esteri ucraino ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui affermava che la Russia aveva sedeva illegalmente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e nell'Assemblea Onu, chiedendo che fossimo esclusi da tali organismi",
aggiungendo che in nessuna delle sue più recenti riunioni il Consiglio di sicurezza ha reagito a quella che ha definito isteria di routine da parte di Sergey Kislitsa, rappresentante permanente dell'Ucraina presso le Nazioni Unite.
"Se proviamo a metterle insieme, queste due notizie... finiscono per escludersi a vicenda: che tipo di vertice di pace può avvenire senza la Russia",
si è chiesto Polyansky. "Nel frattempo, immaginarne uno senza l'Ucraina è molto facile", aggiungendo che uno scenario del genere sarebbe un incubo per tutti quei Kuleba e Kislitsa le cui iniziative hanno portato all'attuale situazione.
Sul fronte bellico, durante il solito discorso serale, il presidente Zelensky ha detto che in questo momento la situazione nel Donbass è difficile:
"La prima linea. Bakhmut, Kreminna e altre aree del Donbass, ora richiedono il massimo sforzo e la massima concentrazione. La situazione è difficile, molto. Gli occupanti stanno usando tutte le risorse a loro disposizione - e si tratta di risorse significative - per riuscire ad ottenere qualche successo. Ringrazio tutti i nostri ragazzi che tengono salde le loro posizioni, tengono duro, e che comunque riescono non solo a mantenere il controllo sul territorio in loro possesso, ma anche a cacciare gli occupanti da quello invaso".
Continuano nel frattempo i bombardamenti russi sia sulle regioni di Donetsk, che nel resto del Paese: Kherson, Kharkiv, Dnipropetrovsk, Sumy, Mykolaiv e Zaporizhzhia.