Venerdì mattina, una densa nube di fumo acre aleggiava su Kiev, conseguenza di una delle notti più devastanti dall'inizio della guerra. Secondo le autorità ucraine, la capitale è stata colpita in quasi tutti i distretti da un attacco aereo russo su vasta scala, che ha provocato almeno 23 feriti. È stato uno degli assalti più intensi finora, con un numero record di 550 droni e 11 missili lanciati da Mosca.

Durante la notte, la città è stata squarciata dal rumore incessante della contraerea, dal ronzio dei droni e da forti esplosioni. L'aeronautica ucraina ha dichiarato che 72 droni sono riusciti a penetrare le difese, superando il precedente record registrato solo pochi giorni prima.

Gli allarmi antiaerei hanno suonato per oltre otto ore mentre ondate successive di attacchi bersagliavano Kiev, definita dalle forze ucraine "l'obiettivo principale". Il presidente Volodymyr Zelensky ha condannato l'attacco come uno dei più "dimostrativi e cinici" della guerra, descrivendo quella appena trsascorsa come una "notte dura e insonne".

Il tempismo dell'offensiva non è passato inosservato: questa è infatti arrivata poche ore dopo una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Al termine della conversazione, Trump ha espresso la sua frustrazione, dichiarando: "Sono molto deluso, non credo che Putin voglia davvero fermarsi".

Zelensky ha interpretato l'attacco come la prova definitiva che Mosca non intende cercare una soluzione pacifica. Ha lanciato un appello alla comunità internazionale – e in particolare agli Stati Uniti – per aumentare la pressione su Mosca e imporre sanzioni più dure.

I video diffusi dal servizio statale di emergenza mostrano i vigili del fuoco ucraini al lavoro tra le fiamme nella capitale. Le autorità locali parlano di danni a infrastrutture ferroviarie, scuole, edifici civili e automobili. Anche il consolato polacco a Kiev sarebbe stato danneggiato.

Ma Kiev non è stata l'unica città ad esser stata colpita. Raid russi hanno interessato anche le regioni di Sumy, Kharkiv, Dnipropetrovsk e Chernihiv. Mosca ha definito l'attacco una risposta ai "presunti atti terroristici del regime di Kiev", secondo quanto dichiarato dal ministero della Difesa russo.

Nel frattempo, dalla regione russa di Rostov arriva la notizia della morte di una donna in seguito a un attacco di droni ucraini su un villaggio vicino al confine.

Questi attacchi segnano un'ulteriore escalation in un conflitto che prosegue senza sosta da oltre tre anni, dall'invasione russa iniziata nel febbraio 2022. I negoziati di cessate il fuoco sembrano ormai in fase di stallo totale.

Trump, dopo la telefonata con Putin di ieri, ha ribadito che "nessun progresso" è stato fatto per porre fine alla guerra: "Non credo che voglia fermarsi, ed è un peccato", ha commentato con amarezza.

Il Cremlino ha replicato che continuerà la sua "Operazione Militare Speciale" fino al raggiungimento degli obiettivi strategici, definendo l'attuale situazione come un fallimento dei canali diplomatici. Putin, nei giorni scorsi, ha ribadito senza mezzi termini: "L'intera Ucraina ci appartiene".

Sul fronte delle forniture militari, Zelensky ha espresso preoccupazione per la decisione di Washington di sospendere parte degli aiuti militari, inclusi sistemi di difesa aerea vitali per la sopravvivenza delle città ucraine. Kiev ha avvertito che tale decisione mette a rischio la capacità del paese di difendersi dai bombardamenti sempre più intensi.

Trump ha minimizzato la portata della sospensione, affermando che gli Stati Uniti continuano a fornire armi, ma ha anche criticato Biden per aver "svuotato il nostro arsenale" a favore dell'Ucraina.

La realtà è cruda: mentre i leader discutono e si scambiano l'un l'altro reciproche accuse, le sirene continuano a suonare a Kiev così come in altre città ucraine, le bombe cadono, e la popolazione civile resta intrappolata in una guerra che sembra non avere fine.