Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj, ha commentato così, su Telegram, il massiccio attacco lanciato dalla Russia questa mattina su molte delle principali città ucraine uccidendo almeno 9 persone:

"Oggi la Russia ha lanciato quasi tutto ciò che ha nel suo arsenale: missili ipersonici Kinzhal, missili antiaerei S-300, missili da crociera e UAV. I bombardieri strategici hanno lanciato missili Kh-101/Kh-505. Circa 110 missili sono stati lanciati e la maggior parte di loro sono stati abbattuti. Sfortunatamente, alcune persone, in seguito all'attacco, sono rimaste uccise e ferite".

Zelenskyj ha detto che i russi hanno attaccato Kiev, Leopoli, Odessa, Dnipro, Kharkiv, Zaporizhzhia e altre città, danneggiando tra l'altro un ospedale ostetrico, istituti scolastici, un centro commerciale, edifici residenziali, un magazzino commerciale e un parcheggio. Il presidente ucraino ha poi aggiunto che tutti i servizi di supporto lavorano al massimo delle loro capacità e stanno fornendo tutta l'assistenza possibile.

"Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici di coloro che sono stati uccisi e gli auguri di una pronta guarigione ai feriti. Sicuramente risponderemo ai terroristi e combatteremo per garantire la sicurezza del nostro Paese, di ogni città e di tutti i nostri territori. Il terrorismo russo deve essere sconfitto e questo è esattamente ciò che accadrà", ha concluso Zelensky.

Quello che però Zelensky non ha precisato è il come e con quali mezzi.

Sempre su Telegram, il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valerii Zaluzhnyi, ha dichiarato che i russi avrebbero utilizzato 158 mezzi di attacco, tra missili di vario tipo e UAV. Di questi, 114 (27 droni Shahed e 87 missili da crociera) sono stati abbattuti.

Il fatto che non tutti i missili e non tutti i droni siano stati colpiti, significa che i sistemi di difesa non erano sufficienti in numero oppure che non erano sufficienti le munizioni da sparare.

Entrambe le ipotesi finiscono comunque per sottolineare il problema principale che Zelensky deve affrontare in questo periodo: il supporto dei Paesi partner che finora hanno permesso all'Ucraina di sostenere lo sforzo bellico sia militarmente che finanziariamente. I finanziamenti dell'Europa (diluiti comunque nell'arco di alcuni anni) sono al momento bloccati dal veto ungherese. I finanziamenti degli Usa, molto più impattanti perché concentrati nell'arco di 12 mesi, sono bloccati dal veto dei repubblicani che alla Camera hanno la maggioranza.

In base alla propria autonomia, Biden, nell'ultimo mese, è stato in grado di fornire mezzo miliardo di dollari in aiuti militari a Kiev, ma sono gocce rispetto alle decine di miliardi che il Congresso avrebbe dovuto approvare ormai da tempo.

Fallita la controffensiva per riconquistare i territori occupati, adesso l'Ucraina rischia di subire quella dei russi... non avendo armi a sufficienza per difendersi. E con l'attacco delle scorse ore, uno dei più massicci, se non il più massiccio, di sempre, anche Mosca sembra averlo capito.



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