Essere in relazione significa condividere una connessione profonda con un'altra persona, che può manifestarsi in vari contesti come amicizie, relazioni romantiche o rapporti familiari. La relazione va oltre la semplice interazione quotidiana; implica un impegno emotivo e un legame che arricchisce e supporta entrambe le persone coinvolte. Una relazione è sana quando offre sicurezza e stabilità, senza nascondere nulla o giocare su due fronti. In una relazione sana, non c'è spazio per tradimenti o inganni; piuttosto, si crea un ambiente in cui entrambi i partner possono sentirsi a proprio agio e autentici. La chiarezza e la fiducia sono fondamentali, permettendo a ciascuno di sentirsi rispettato e supportato. In questo tipo di relazione, la comunicazione è aperta e onesta, e i comportamenti sono coerenti con le parole, senza segreti dannosi o manipolazioni, il che crea una base solida per un legame duraturo e sereno.

In una relazione sana, le parole come "ti amo" sono coerenti con le azioni. Non si usa la scusa di separare i sentimenti dal sesso per giustificare il tradimento. La fiducia e il rispetto reciproco sono essenziali, e ogni comportamento deve essere in linea con l’impegno emotivo e affettivo che si esprime. Essa fornisce supporto e comprensione, ed entrambe le persone si sostengono a vicenda nei momenti difficili e celebrano insieme i successi, dimostrando attenzione verso il benessere dell'altro e comprensione delle sue preoccupazioni. Una relazione sana favorisce anche la crescita personale di entrambi i partner, incoraggiando ciascuno a perseguire i propri obiettivi e passioni, e permettendo alla relazione stessa di evolversi positivamente nel tempo. C'è un equilibrio tra dare e ricevere, con i compromessi negoziati in modo equo e l’impegno a mantenere un equilibrio tra le esigenze personali e quelle dell’altro.

La connessione emotiva profonda e l’intimità sono essenziali, sono esse che creano un legame duraturo e significativo. Le relazioni sane e funzionali si caratterizzano, quindi, per alcune qualità essenziali. 

Fiducia: elemento fondamentale, poiché senza di essa manca una base solida per l'intimità emotiva, portando a incertezze e instabilità. 

Comunicazione: altrettanto cruciale. Una comunicazione onesta e rispettosa, anche nelle difficoltà, è essenziale per mantenere una connessione profonda. 

Pazienza: essa gioca un ruolo chiave, poiché la capacità di essere comprensivi e supportivi, specialmente nei momenti difficili, previene la formazione di dinamiche negative. 

Empatia: elemento che permette di comprendere la prospettiva dell'altro e di rispondere ai suoi bisogni emotivi, mentre l'affetto e l'interesse autentico esprimono l'amore attraverso gesti e attenzioni che rafforzano il legame. Flessibilità: necessaria per affrontare i cambiamenti e i compromessi inevitabili in una relazione, assicurando che entrambi i partner siano disposti ad adattarsi.

Apprezzamento reciproco: attraverso piccoli segni di gratitudine, contribuisce alla soddisfazione e alla felicità all’interno della relazione. È importante anche dare spazio alla crescita individuale e alla relazione stessa, permettendo a entrambi i partner di evolversi senza sentirsi bloccati. 

Rispetto: elemento che deve essere sempre presente, evitando di sminuire o   invalidare l'altro.

Reciprocità: garantisce che entrambi i partner si aiutino e si sostengano equamente.

Spesso, però, ahimè, le relazioni che viviamo sono tutt’altro che sane. Ci ritroviamo inghiottiti in vortici di comportamenti malati e tossici. In questi contesti, ci troviamo coinvolti in dinamiche di manipolazione, inganno e controllo che erodono la nostra serenità e autostima. Le parole e le promesse che ci vengono fatte sono spesso vuote, utilizzate per ottenere qualcosa o per mantenere il potere, piuttosto che per costruire un legame autentico. La comunicazione è carente di sincerità e rispetto, e la verità viene distorta per alimentare il caos emotivo e mantenere l’altro in uno stato di confusione e insicurezza. Il continuo inganno e la manipolazione emotiva possono farci sentire come se stessimo vivendo su un terreno instabile, dove è difficile sapere cosa sia vero e cosa sia falso. Invece di sentirci supportati e apprezzati, possiamo trovarci a dover affrontare una costante svalutazione e colpevolizzazione. In queste relazioni, i confini personali vengono ignorati e il rispetto reciproco è assente, rendendo difficile mantenere una connessione genuina. In una relazione tossica, spesso uno dei partner viene accusato di gelosia senza che l'altro si prenda la responsabilità di esaminare ciò che ha scatenato tale sentimento. Questo accade perché si tende a focalizzarsi sull'effetto, cioè la manifestazione della gelosia, piuttosto che sulla causa sottostante che l'ha generata. In questo modo, si evita di affrontare i comportamenti o le dinamiche che hanno contribuito alla gelosia, perpetuando così un ciclo di accuse e conflitti superficiali senza risolvere le radici del problema.

Questo tipo di relazioni spesso nascono innestandosi su personalità con tratti narcisistici, e questo può influire pesantemente sul dinamismo e sul benessere all'interno del legame. Il narcisismo patologico è una condizione psicologica caratterizzata da un'esagerata percezione di grandiosità, una necessità di ammirazione e una mancanza di empatia verso gli altri. Chi ha un disturbo narcisistico della personalità tende a manipolare e sfruttare gli altri per soddisfare i propri bisogni e desideri, spesso senza considerare i sentimenti o le necessità degli altri. Le persone con narcisismo patologico possono essere particolarmente abili nel creare relazioni che sembrano normali o persino ideali all'inizio, ma che presto rivelano dinamiche problematiche. Questi individui possono esercitare un controllo sottile ma potente sui loro partner, spesso mascherando le loro vere intenzioni dietro un'apparenza di fascino e carisma. Le loro tattiche comuni includono:

1. Idealizzazione e svalutazione: All'inizio di una relazione, una persona narcisista può idealizzare il partner, lodandolo e facendolo sentire speciale. Tuttavia, una volta che il partner è completamente coinvolto, può iniziare a svalutarlo, criticandolo e facendolo sentire inferiore. Questo ciclo di idealizzazione e svalutazione mina l’autostima del partner. Inoltre, il narcisista può umiliare ulteriormente il partner flirtando con altri, utilizzando la cosiddetta tecnica della triangolazione, per affermare e mantenere il controllo nella relazione. In questo scenario, il narcisista introduce una terza persona per creare rivalità e insicurezza nel partner, manipolando le dinamiche relazionali e confermando la propria superiorità. Questa strategia serve non solo a sminuire il partner ma anche a rinforzare il proprio dominio emotivo e psicologico.

2. Manipolazione emotiva: Il narcisista utilizza tattiche di manipolazione come il gaslighting, dove si nega o si distorce la realtà per confondere e far dubitare il partner di se stesso. Questa manipolazione emotiva può portare a una perdita di fiducia nelle proprie percezioni e sentimenti. La negazione, anche di fronte all'evidenza, è un meccanismo di difesa psicologica che consente ai narcisisti di evitare di affrontare verità scomode o realtà che minacciano la loro immagine grandiosa di sé. Quando un narcisista nega le evidenze, non solo evita di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ma manipola anche la percezione della realtà del partner, creando confusione e dubbio. Questo comportamento può rafforzare il controllo che esercitano sul partner, mantenendo la loro narrativa distorta e impedendo al partner di confrontarsi con la verità. La negazione serve a preservare l'immagine ideale che il narcisista ha di sé e a proteggere la propria autostima fragile, evitando così il confronto con le proprie mancanze e le conseguenze delle proprie azioni.

3. Colpevolizzazione e controllo: I narcisisti spesso attribuiscono la responsabilità dei loro comportamenti negativi agli altri. Possono colpevolizzare il partner per problemi nella relazione o per le loro proprie mancanze, cercando di mantenere il controllo attraverso la colpa e il rimorso.

4. Uso strumentale dell’altro: Una persona narcisista tende a vedere gli altri come strumenti per raggiungere i propri obiettivi. Può sfruttare il partner per ottenere vantaggi personali, come il successo sociale o economico, senza preoccuparsi delle esigenze o dei desideri dell'altro.

5. Litigiosità: Non ci si ascolta, l’unico scopo di ogni discussione diventa smontare l’altro. Non c’è interesse a incontrarsi in un terreno comune in cui trovare maggiore serenità, si cerca solo di ferire.

6. Mancanza di empatia: I narcisisti mostrano una carenza significativa di empatia. Non sono capaci di comprendere o apprezzare veramente i sentimenti degli altri. Questo può portare a un comportamento insensibile e a una mancanza di considerazione nei confronti delle esperienze e delle emozioni del partner.

7. Proiezione e colpevolizzazione: I narcisisti spesso proiettano le proprie debolezze, insicurezze e comportamenti negativi sugli altri, attribuendo loro i difetti e le colpe che, in realtà, appartengono a loro stessi. Questo meccanismo di difesa serve a distogliere l'attenzione dalle loro imperfezioni e a evitare di affrontare le proprie responsabilità. Allo stesso modo, tendono a incolpare il partner per problemi e conflitti che derivano dalle loro azioni o dalla loro incapacità di gestire le emozioni in modo sano. Questo continuo spostamento di responsabilità crea confusione e instabilità nella relazione, minando la capacità del partner di mantenere una percezione chiara e sana di sé.

Rimanere in una relazione tossica spesso deriva da dinamiche complesse e profonde, che coinvolgono sia le interazioni quotidiane che la psiche individuale. La paura – che può essere di solitudine, cambiamento o delle conseguenze – gioca un ruolo significativo, limitando la capacità delle vittime di agire, in particolare nei casi di violenza domestica. Il mancato riconoscimento dell'abuso, soprattutto quando è emotivo e sottile, può mantenere lo status quo. Inoltre, una bassa autostima può far sentire la vittima come se non meritasse di meglio. 

Le relazioni non peggiorano improvvisamente; piuttosto, c'è una lenta erosione del benessere psicologico. I cicli di abuso alternano momenti di crudeltà a periodi di apparente calma e affetto, creando confusione e la speranza che il partner tossico possa cambiare. Pressioni sociali, come quelle legate ai figli o al timore di fallire, possono spingere a rimanere in una relazione malata.

La dipendenza economica o emotiva e l'isolamento imposto dal partner tossico aumentano ulteriormente la difficoltà di uscire dalla relazione. Senza un adeguato supporto familiare e professionale, lasciare una relazione disfunzionale può sembrare impossibile. I percorsi di supporto specializzati sono spesso necessari per affrontare e terminare una relazione tossica.

Per uscire da una relazione tossica, occorre considerare questi passaggi:

1.      Rivedere i comportamenti passati e affrontate la realtà: valutare se il tempo speso con il partner è gratificante o se vi sentite prosciugati.

2.      Analizzare come ci fa sentire la relazione attuale: identificare le emozioni prevalenti come gioia, rabbia, paura o senso di colpa.

3.      Recuperare le attività che avete sacrificato per la relazione tossica.

4.      Cercare persone con atteggiamenti diversi e fare attenzione a evitare schemi tossici ricorrenti.

5.      Lavorare su aspetti di noi stessi che ci portano verso relazioni tossiche, come la dipendenza o la scelta di partner che ci trattano male.

6.      Chiedere aiuto: se la situazione è grave, come nel caso di maltrattamenti, parlare con qualcuno che possa offrirci supporto e non esitare a contattare le forze dell'ordine se necessario.

Per trasformare una relazione tossica in una sana, la situazione è incerta e dipende dalle persone coinvolte. In alcuni casi, la psicoterapia, sia individuale che di coppia, può aiutare a migliorare la relazione e a risolvere i conflitti.