In merito alla crisi tra Corea del Nord e Stati Uniti, che minaccia di diventare una vera e propria guerra, almeno a stare alle dichiarazioni da parte del presidente e dei membri della stessa amministrazione Usa, una domanda si fa sempre più pressante.

Sono in grado gli Stati Uniti di abbattere un missile balistico intercontinentale prima che questo colpisca un obbiettivo sul suolo americano?

Questo è l'argomento di un articolo dell'agenzia Reuters che ha chiesto, al riguardo, il parere di alcuni esperti. Gli Usa hanno vari livelli di difesa missilistica, riuniti sotto un'unica sigla la Defense Advocacy Alliance (MDA).

Per il programma di difesa missilistico, a partire dall'amministrazione del presidente Ronald Reagan negli anni '80, il governo degli Stati Uniti ha speso più di 200 miliardi di dollari. Nel periodo dell'amministrazione Obama i fondi spesi per l'MDA sono stati mediamente 8,12 miliardi di dollari. Il presidente Donald Trump, nel suo bilancio, ha chiesto di riservare a quella voce 7,8 miliardi di dollari per il solo esercizio 2018.

Uno dei livelli dell'MDA, il Midcourse Defence Ground (GMD), nei test di simulazione ha dimostrato un tasso di successo di poco superiore al 55 per cento. Il sistema Aegis, utilizzato sia a terra che a bordo delle navi della marina americana, ha raggiunto un tasso di successo dell'83 percento.

Un ulteriore livello di intercettazione è affidato al sistema anti-missilistico THAAD, che ha dimostrato di avere ha un tasso di successo del 100 per cento in 13 test condotti dal 2006.

L'analisi del problema è che, al momento, non esiste alcuna garanzia che possa escludere, al 100%, la possibilità che un missile lanciato dalla Corea del Nord non colpisca il suolo americano. Ed è forse anche per questo che gli Usa, almeno a parole, lasciano spalancata la possibilità di una risposta militare contro la Corea del Nord.