Il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno non ha ancora pubblicato sul proprio sito web il testo della circolare con cui il 9 ottobre scorso ha decretato la fine del cosiddetto "modello Riace" e deciso di bloccare i finanziamenti al comune calabrese per le spese a sostegno dei migranti. Ordina, inoltre, il trasferimento di quelli ancora ospiti nel locale Sprar voluto dall'ex sindaco Mimmo Lucano, elencando ben 34 "penalità" in relazione alle spese finora sostenute e chiedendo all'amministrazione comunale la rendicontazione di quanto fatto.

Nel 2018 il comune di Riace non ha ricevuto fondi dallo Stato per la gestione dello Sprar e già lo scorso 30 luglio il sindaco era stato avvisato della revoca dei finanziamenti. Va ricordato, inoltre, che Mimmo Lucano è da alcuni giorni agli arresti domiciliari, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.

Dopo aver appreso la notizia, queste le parole di Mimmo Lucano riprese dalle agenzie:«Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti è ormai in atto un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale.Io mi chiedo come sia possibile pensare di distruggere in questo modo il "modello Riace", descritto da innumerevoli personalità, politici, intellettuali, artisti, come un'esperienza straordinaria. Non si può cancellare una storia semplicemente straordinaria e che ha suscitato l'interesse e l'apprezzamento di tutto il mondo.Lo Stato continua incredibilmente a darci addosso. La mia amarezza è immensa. La persecuzione nei nostri confronti è cominciata già da qualche anno. Ci sono state due relazioni della Prefettura di Reggio Calabria che si sono contraddette l'una con l'altra, una positiva ed un'altra negativa. Prima ci hanno elogiati e poi criticato. Tutto questo è assurdo.»

Il responsabile del Viminale, il ministro Matteo Salvini, ha commentato il suo operato, ovviamente su Facebook, in questi termini:



Nelle parole di Salvini, chi sbaglia paga e non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, c'è un'incredibile ironia ed un'enorme ipocrisia che non è possibile non notare.

Infatti, a Riace lo Stato mantiene in arresto un sindaco che ha cercato in tutti i modi di aiutare il prossimo e di fare del bene, senza mettersi un euro in tasca! Non soddisfatto, lo Stato cerca pure di distruggere tutto quanto quel sindaco ha fatto per creare un modello di integrazione che potrebbe anche risolvere il problema dei migranti che si trovano in Italia, anche quello relativo a coloro che non hanno documenti e non possono neppure essere rimpatriati nei propri Paesi d'origine (come dichiarato dallo stesso sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio).

Ed a supportare quanto sopra elencato, che non può non essere riconosciuto e definito come accanimento contro Mimmo Lucano e quanto ha fatto finora a Riace, vi è un ministro, Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona, che probabilmente se non occupasse tale incarico istituzionale sarebbe pure in carcere,  e segretario di un partito che ha indebitamente sottratto allo Stato quasi 50 milioni di euro... e senza che lui abbia mosso un dito contro i responsabili della frode per recuperare quel denaro.

Nonostante ciò, Matteo Salvini ha il coraggio di dichiarare: «Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici...»