Dal palco della Festa del Fatto Quotidiano a Roma, Giuseppe Conte risponde all'attacco del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo l'elevato, come lui stesso ama definirisi.
Che cosa ha detto Conte?
"Non è questione Grillo-Conte, ma una questione Grillo-comunità che vuole discutere. È un principio politico e giuridico. Io non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c'è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa. È un principio antidemocratico. Se passa questo principio - e non vedo come possa passare - io non potrei esserci. ...Ho sempre rispettato e continuo a rispettare il ruolo di fondatore del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo e nessuno deve mai trascurare il grande progetto e la grande realizzazione del Movimento, partito dal nulla e riuscito a catalizzare l'attenzione di tantissimi cittadini, a rispondere dei bisogni avvertiti nella società, altrimenti non si potrebbero spiegare i numeri impressionanti ottenuti nel corso di qualche anno. Il tema è che dobbiamo interpretare i bisogni di oggi, non di 15-20 anni fa: se fosse possibile applicare la stessa ricetta dopo 20 anni, probabilmente non sarei stato chiamato e coinvolto io. Evidentemente c'è una ricetta che non funziona più".
Conte sembra anche anticipare le future mosse del fondatore del Movimento, forse sbagliando:
"Non sono qui a fare il leguleio, se ne occuperanno gli avvocati. Io sono qui a fare il leader di una comunità politica. Per quanto riguarda le questione legali non torno a fare l'avvocato, ci sono gli avvocati. C'è l'impegno di Grillo a non opporsi sul simbolo e credo che Grillo da garante lo rispetterà".
Il garante del M5s, pur di "far fuori" Giuseppe Conte, sarebbe pronto ad allearsi con un vecchio avversario: Lorenzo Borrè, l'avvocato paladino degli espulsi dal M5s che tante cause ha intentato (e vinto) contro il Movimento e lo stesso Garante. Nessuno conosce lo Statuto meglio di lui ed è proprio per questo che Grillo parrebbe volerlo accanto nel duello che - in base a quanto finora dichiarato - sembrerebbe voler ingaggiare con l'attuale presidente.
Ma l'assurdo di tutto questo è che, se anche Grillo dovesse tornare ad essere il dominus assoluto dei 5 stelle, si troverebbe a dover guidare che cosa, se non una scatola vuota? E appoggiato da chi? Da Toninelli e Di Maio?
E infine, per fare che cosa? Andare nelle piazze a gridare Vaffa... a chi?
Grillo non sembra rendersi conto della realtà... semmai se ne sia reso conto anche in passato, dove è riuscito a sfruttare al meglio un "momento storico". Ma anche se la storia si dovesse ripetere, comunque non si ripeterebbe mai in copia carbone. Tutto questo Grillo, però, non sembra averlo compreso.