Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il Dpcm che recepisce il cosiddetto “Dm 71” con gli standard per l’assistenza territoriale. Il provvedimento si è reso necessario dopo l'ennesima mancata intesa odierna in Stato-Regioni dovuta al reiterato no della Regione Campania motivato dalla mancanza di risorse aggiuntive per il personale previsto dai nuovi standard del territorio.

Il perno del sistema sarà il Distretto sanitario al cui interno rivestirà un ruolo fondamentale la Casa della Comunità dove i cittadini potranno trovare assistenza h24 ogni giorno della settimana. Rimangono in piedi gli studi dei medici di famiglia (definiti spoke delle Case della Comunità) che saranno collegati in rete per garantire aperture h12 sei giorni su sette (il documento non scioglie il nodo sull'inquadramento giuridico dei mmg dove è ancora in atto un confronto tra Governo e Regioni ndr).

All’interno del Distretto vi saranno poi gli Ospedali di Comunità con un forte assistenza infermieristica e saranno decisivi ad esempio per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero o in tutti quei casi dove c’è bisogno di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente. Nel nuovo sistema un forte ruolo rivestiranno gli infermieri di famiglia che saranno impiegati in molte delle nuove strutture definite dal decreto.
 
A coordinare i vari servizi presenti nel Distretto vi saranno poi le Centrali operative territoriali e forte impulso verrà dato al numero di assistenza territoriale europeo 116117 che i cittadini potranno chiamare per richiedere tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale. Vengono poi fissati gli standard per l'assistenza domiciliare e viene definito l'utilizzo dei servizi di Telemedicina.
 
Restano poi in piedi dopo la sperimentazione in pandemia le Unica di continuità assistenziale. Vengono poi fissati gli standard per i servizi delle cure palliative (ad esempio gli hospice), per i dipartimenti di prevenzione e consultori familiari.

Gli standard per il territorio

Il Distretto costituisce il centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi dell’ASL. È inoltre deputato, anche attraverso la Casa di Comunità, al perseguimento dell’integrazione tra le diverse strutture sanitarie, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione, l’uniformità dei livelli di assistenza e la pluralità dell'offerta. Il Distretto garantisce inoltre una risposta assistenziale integrata sotto il profilo delle risorse, degli strumenti e delle competenze professionali per determinare una efficace presa in carico della popolazione di riferimento. Al fine di svolgere tali funzioni la conoscenza dei bisogni di salute della popolazione di riferimento risulta centrale e rientra pertanto tra le attività del Distretto che avrà compito di committenza, produzione e garanzia dei servizi.


Ecco gli standard del Distretto:

  • in media un Distretto ogni circa 100 mila abitanti;
  • almeno 1 Casa della Comunità hub ogni 40.000-50.000 abitanti;
  • Case della Comunità spoke e ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta tenendo conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali. Tutte le aggregazioni dei MMG e PLS (AFT e UCCP) sono ricomprese nelle Case della Comunità avendone in esse la sede fisica oppure a queste collegate funzionalmente;
  • almeno 1 Infermiere di Famiglia e Comunità ogni 3.000 abitanti;
  • almeno 1 Unità Speciale di Continuità Assistenziale (1 medico e 1 infermiere) ogni 100.000 abitanti;
  • 1 Centrale Operativa Territoriale ogni 100.000 abitanti o comunque a valenza distrettuale, qualora il distretto abbia un bacino di utenza maggiore; almeno 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti.

 
La Casa della Comunità è il luogo fisico di prossimità e di facile individuazione dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. 

  • almeno 1 Casa della Comunità hub ogni 40.000-50.000 abitanti;
  • Case della Comunità spoke e ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta tenendo conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali. Tutte le aggregazioni dei MMG e PLS (AFT e UCCP) sono ricomprese nelle Case della Comunità avendone in esse la sede fisica oppure a queste collegate funzionalmente;
  • Nella Casa della comunità hub lo standard è di 7-11 infermieri e 5-8 unità di personale di supporto (sociosanitario, amministrativo).

I medici e gli altri professionisti sanitari operano sia all’interno delle CdC che nella loro individualità, nei territori a minore densità abitativa. In tal modo provvedono a garantire l’assistenza primaria attraverso un approccio di medicina d’iniziativa e la presa in carico della comunità di riferimento, con i servizi h 12 e integrandosi con il servizio di continuità assistenziale h 24.

Sia nell’accezione hub sia in quella spoke, la CdC costituisce l’accesso unitario fisico per la comunità di riferimento ai servizi di assistenza primaria e di integrazione sociosanitaria. Entrambe, quindi, propongono un’offerta di servizi costituita da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e comunità, presenza di tecnologie diagnostiche di base.
 
La CdC hub garantisce l’erogazione dei seguenti servizi, anche mediante modalità di telemedicina:

  • Équipe multiprofessionali (MMG, PLS, Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e sociosanitarie);
  • Presenza medica h24 - 7 giorni su 7 anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale;
  • Presenza infermieristica h12 – 7 giorni su 7;
  • Punto Unico di Accesso (PUA) sanitario e sociale;
  • Punto prelievi;
  • Servizi diagnostici finalizzati al monitoraggio della cronicità (ecografo, elettrocardiografo, retinografo, oct, spirometro, ecc.) anche attraverso strumenti di telemedicina (es. telerefertazione);
  • Servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza (cardiologo, pneumologo, diabetologo, ecc.);
  • Servizi di prevenzione collettiva e promozione della salute a livello di comunità, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), ambulatori infermieristici per la gestione integrata della cronicità e per la risposta ai bisogni occasionali;
  • Interventi di prevenzione e promozione della salute a livello di comunità, anche attraverso i Consultori familiari e l’attività rivolta ai minori – ove esistenti – che si articolano con il mondo educativo e scolastico per gli specifici interventi sulla popolazione 0-18 anni (facoltativo);
  • Attività di profilassi vaccinale in particolare per alcune fasce di età o condizioni di rischio e di fragilità. Tutte le attività di profilassi vaccinale e di sorveglianza di malattie infettive sono in linea con le indicazioni del Dipartimento di Prevenzione;
  • Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale;
  • Servizio di assistenza domiciliare di base;
  • Partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione, attraverso le associazioni di cittadini e volontariato;
  • Integrazione con i servizi sociali.

La CdC spoke garantisce l’erogazione dei seguenti servizi, anche mediante modalità di telemedicina:

  • Équipe multiprofessionali (MMG, PLS, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e sociosanitarie);
  • Presenza medica e infermieristica almeno h12 - 6 giorni su 7 (lunedì-sabato);
  • Punto Unico di Accesso (PUA) sanitario e sociale;
  • Alcuni servizi ambulatoriali per patologie ad elevata prevalenza (cardiologo, pneumologo, diabetologo, ecc.);
  • Servizi infermieristici, sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), sia di continuità di assistenza sanitaria, per la gestione integrata delle patologie croniche;
  • Programmi di screening;
  • Collegamento con la Casa della Comunità hub di riferimento;
  • Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale;
  • Partecipazione della Comunità e valorizzazione co-produzione, attraverso le associazioni di cittadini, volontariato.

 Le CdC hub al fine di assicurare i servizi descritti dovranno essere dotate di 7-11 Infermieri di Famiglia o Comunità organizzati indicativamente secondo il modello di seguito descritto: 1 Coordinatore Infermieristico, 2-3 IFoC per le attività ambulatoriali, 1-2 IFoC per l’attività di triage e di valutazione dei bisogni di salute e 4-6 IFoC per l’assistenza domiciliare di base, le attività di prevenzione e teleassistenza.
 
Nelle CdC hub e spoke, inoltre, è garantita l’assistenza medica H12 - 6 giorni su 7 attraverso la presenza dei MMG afferenti alle AFT del Distretto di riferimento. Tale attività ambulatoriale sarà aggiuntiva rispetto alle attività svolte dal MMG nei confronti dei propri assistiti e dovrà essere svolta presso la CdC hub e spoke.

L’Infermiere di Famiglia e Comunità è la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica ai diversi livelli di complessità in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità, perseguendo l’integrazione interdisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi e dei professionisti e ponendo al centro la persona. L’infermiere di comunità interagisce con tutte le risorse presenti nella comunità formali e informali. L'infermiere di comunità non è solo l’erogatore di cure assistenziali, ma diventa la figura che garantisce la riposta assistenziale all’insorgenza di nuovi bisogni sanitari e sociosanitari espressi e potenziali che insistono in modo latente nella comunità. È un professionista con un forte orientamento alla gestione proattiva della salute. È coinvolto in attività di promozione, prevenzione e gestione partecipativa dei processi di salute individuali, familiari e di comunità all’interno del sistema dell’assistenza sanitaria territoriale.

La Centrale Operativa Territoriale è un modello organizzativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza.

  • 1 Centrale Operativa Territoriale ogni 100.000 abitanti o comunque a valenza distrettuale, qualora il distretto abbia un bacino di utenza maggiore.
  • Standard di personale di 1 COT per 100.000 abitanti: 1 Coordinatore infermieristico, 3-5 Infermieri, 1-2 unità di Personale di Supporto

 La Centrale Operativa 116117 sede del Numero Europeo Armonizzato per le cure mediche non urgenti offre un servizio telefonico gratuito alla popolazione attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale.

  • almeno 1 Centrale Operativa NEA 116117 ogni 1-2 milioni di abitanti.
  • L’Assistenza Domiciliare è un servizio a valenza distrettuale finalizzato all’erogazione al domicilio di interventi caratterizzati da un livello di intensità e complessità assistenziale variabile nell’ambito di specifici percorsi di cura e di un piano personalizzato di assistenza.
  • 10% della popolazione over 65 da prendere in carico progressivamente.

 L’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero breve che afferisce alla rete di offerta dell’Assistenza Territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio.

La rete delle cure palliative è costituita da servizi e strutture in grado di garantire la presa in carico globale dell’assistito e del suo nucleo familiare, in ambito ospedaliero, domiciliare e in hospice. 


Telemedicina

La telemedicina è una modalità di erogazione di servizi e prestazioni assistenziali sanitarie sociosanitarie a rilevanza sanitaria a distanza, abilitata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e utilizzata da un professionista sanitario per fornire prestazioni sanitarie agli assistiti (telemedicina professionista sanitario – assistito) o servizi di consulenza e supporto ad altri professionisti sanitari (telemedicina professionista sanitario – professionista sanitario).

La telemedicina rappresenta un approccio innovativo alla pratica sanitaria, già consolidato in diversi ambiti sanitari, consentendo - se inclusa in una rete di cure coordinate - l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie a distanza attraverso l’uso di dispositivi digitali, internet, software e delle reti di telecomunicazione. 

Cosa ne penso al margine di 40 anni di professione? Che è una delle solite cose Italiane che generà caos nei prossimi 10 anni e che per andare a regime in tutta Italia ci vorrà il doppio del tempo.

L'Italia è un paese variegato con paesi sparsi e piccole comunità. Già oggi è stato difficile informatizzare tutti i medici e le prescrizioni e immaginiamo il carico burocratico dei medici di medicina generale. App e contro App... codici icd e sub codici. Non meravigliamoci se in questo inferno, a mio giudizio provocato da chi fa le cose senza conoscere davvero il " mestiere " molti colleghi medici vanno in pensione.

Largo ai giovani e che dopo tanti disastri speriamo almeno in una cosa: l'umanizzazione della Sanità, cosa di cui sento sempre parlare di meno a fronte di microchip... App e WhatsApp!

Ho attraversato dall'uso dell'orecchio alla scoperta dell'ecografia e Rinonanza e Pet ecc. ecc., non ho visto in questo percorso tanta genialità nelle dirigenze Asl. Un mare di difficoltà, contraddizioni, un servizio di assistenza domiciliare fasce deboli al limite spesso del ridicolo. Buona fortuna a chi "in questa nuova avventura" ci sarà... magari molti medici pensionati faranno la fila... su tik Tok sperando che via e-mail giunga la diagnosi terapia e, perché no, anche con un pizzico di umanità.

A volte continuo a pormi la domanda: "Ma come vengono scelti i consulenti nella Sanità al Ministero".