Prima del prossimo round di bombardamenti russi contro le sue infrastrutture energetiche che, secondo l'Intelligence ucraina, è previsto ad inizio settimana, nella capitale Kiev l'amministrazione militare ha dichiarato che in quasi tutta la città, da questa domenica, è ripresa la normale erogazione di elettricità (come mostra la foto in alto), acqua, riscaldamento e telefonia mobile.

Sempre oggi, in una intervista rilasciata alla tv ucraina, Petro Kotin, numero uno di Energoatom (l'azienda di Stato che gestisce le centrali nucleari), ha detto che ci sono segnali che indicano le forze russe potrebbero prepararsi ad abbandonare la centrale di Zaporizhzhia, occupata a partire dallo scorso marzo.

Se ciò venisse confermato, si tratterebbe di un ulteriore arretramento dell'esercito russo sul fronte meridionale, dopo il ritiro nell'oblast di Kherson (il cui capoluogo è però quasi costantemente bersagliato dall'artiglieria di Mosca) dove la linea del fronte è adesso costituita dal fiume Dnipro. 

Sul piano militare la Russia, almeno in questa fase, nel sud dell'Ucraina sembra voler solo limitarsi a difendere la Crimea e il territorio conquistato lungo la fascia costiera fino al mar d'Azov, mentre starebbe concentrando i suoi sforzi nel cercare di occupare l'intero Donbass, a partire dall'oblast di Donetsk, dove sono state convogliate parte delle truppe in precedenza impegnate a Kherson, con le località di Bakhmut e Avdiivka attualmente al centro dei combattimenti, che però non vedono prevalere nessuno dei due schieramenti.

Nell'ultimo bollettino fornito da Kiev, dal 24 febbraio i russi avrebbero perso in Ucraina 86.710 soldati, 2.905 carri armati, 5.856 veicoli corazzati da combattimento, 4.412 veicoli e serbatoi di carburante, 1.897 sistemi di artiglieria, 395 sistemi di razzi a lancio multiplo, 209 sistemi di difesa aerea, 278 aeroplani, 261 elicotteri, 1.555 droni e 16 imbarcazioni.