Mercoledì, davanti alle Camere riunite, Putin ha pronunciato il suo discorso sullo stato della nazione, in cui ha dedicato molto spazio alla  battaglia della Russia contro il Covid-19 e ai piani per migliorare il benessere e lo sviluppo economico nel Paese.

Successivamente ha accusato l'Occidente di minacciare la stabilità della nazione e dei Paesi vicini, in riferimento alle proteste in Ucraina e Bielorussia. Putin continua ad appoggiare il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che lo scorso anno si è riconfermato nella carica, truccando il risultato delle urne, ma dovendo però affrontare una dura e crescente opposizione  interna.

Il 17 aprile le autorità bielorusse hanno annunciato di aver sventato un complotto appoggiato dagli Stati Uniti per assassinare il presidente Lukashenko. Il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha affermato di aver arrestato due bielorussi presumibilmente coinvolti. Una notizia però smentita dalla leader dell'opposizione bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, che l'ha definita una "provocazione".

Ma per Putin ridisegnare la realtà per adattarla ai suoi disegni è normale, come il definire una esercitazione le decine di migliaia di uomini e mezzi che da settimane si stanno ammassando in Crimea e nel Donbass, lungo il confine con l'Ucraina, minacciando un'invasione.

E il resto del mondo, sempre secondo Putin, non dovrebbe vedere, giudicare e/o intervenire in alcun modo, perché "se qualcuno dovesse interpretare le nostre buone intenzioni come debolezza, la nostra reazione sarà asimmetrica, rapida e dura... Decideremo da soli in ogni caso dove si trova la linea rossa"... oltrepassata la quale la Russia potrebbe agire contro i responsabili di qualsiasi provocazione che avranno di che pentirsi.

Quale sia la linea rossa lo ha spiegato poi il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, descrivendola come qualsiasi ingerenza negli affari della Russia, sia su  temi di politica interna che di politica estera. 

E tanto per far capire che le sue minacce non sono parole vuote, Putin, affermando che l'obiettivo di Mosca è "parlare [con le altre potenze] di armamenti per creare un ambiente di convivenza senza conflitti basato su un'eguale sicurezza", ha ricordato agli Stati Uniti e al mondo che a breve entrerà in servizio il missile ipersonico Zircon, ritenuto inattaccabile dai sistemi antiaerei in uso sulle unità navali delle forze occidentali.

Nel frattempo, mercoledì in Russia si protesta a favore di Navalny. La polizia ha arrestato finora un centinaio di sostenitori del dissidente che si stavano radunando in diverse città. Le manifestazioni, sebbene vietate dalle autorità, sono state organizzate in tutto il Paese e a  Mosca si terranno nel tardo pomeriggio.