Vediamo un po': vicepresidente della Camera, ministro del Lavoro e delle politiche sociali, ministro dello Sviluppo economico, vicepresidente del Consiglio dei ministri, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. 

Questi i ruoli istituzionali ricoperti da Luigi Di Maio nel corso del suo mandato parlamentare dal 15 marzo 2013 al 12 ottobre 2022... senza dimenticare gli incarichi alla Camera di presidente del Comitato di vigilanza sull'attività di documentazione, di membro dell'Ufficio di Presidenza e di membro della XIV Commissione (Politiche dell'Unione Europea), mentre nel frattempo è stato capo politico del Movimento 5 Stelle e, a fine carriera, pure segretario nazionale di Impegno Civico.

E tutto questo dopo aver avuto come unica esperienza post liceale la vendita di bibite al San Paolo durante le partite del Napoli, senza avere una minima infarinatura della storia degli ultimi 50 anni, tanto da confondere il Cile con il Venezuela, e rivedendo completamente i suoi giudizi di natura politica in base alla convenienza del momento, tanto che le ong difese in precedenza sono diventate taxi del mare, tanto da allearsi con quello che aveva definito il partito di Bibbiano che faceva gli elettroshock ai bambini e tanto da diventare un ammiratore di Macron dopo essersi recato a Parigi per flirtare con i Gilet Gialli!

Trombatissimo alle ultime elezioni, Luigi Di Maio potrebbe tornare a far parlare di sé con un incarico istituzionale offertogli dall'Unione europea. Proprio così.

A Bruxelles starebbero valutando la candidatura di Di Maio come inviato Speciale Ue per il Golfo Persico, ruolo non certo secondario vista l'importanza che hanno oggi le fonti fossili di cui quella parte di mondo rappresenta una delle principali fonti di approvvigionamento. Per l'incarico, Di Maio sarebbe in competizione con l'ex ministro degli Esteri cipriota Markos Kiprianou, un ex capo della diplomazia slovacco e l'ex commissario europeo per le Migrazioni, il greco Dimitris Avramopoulos.

Quest'ultimo ha già ricoperto degli incarichi istituzionali per l'Ue e potrebbe essere un serio concorrente per "Giggino" che però, a suo favore, può vantare l'appoggio di Mario Draghi, fattore non secondario che lo renderebbe pertanto il più indicato ad assumere l'incarico. 

Probabilmente, adesso Di Maio starà spulciando Google Maps o l'atlante di quando andava a scuola per capire dove diavolo si trovi quel dannato di Golfo Persico... ma evidentemente quello di Di Maio, di cui persino la conoscenza della lingua inglese è dubbia, è il livello che si richiede oggi per ricoprire degli incarichi istituzionali. 

Inoltre, adesso sappiamo anche qualcosa in più sulla famosa agenda Draghi e sulle preferenze dell'ex banchiere della BCE, visto l'endorsement a Luigi Di Maio di cui però, curiosamente, stavolta non hanno dato conto le due principali cheerleader dell'ex premier, Calenda e Renzi.