Il Movimento 5 Stelle si dovrebbe chiamare il Movimento della confusione o dei confusi. Perché? Perché da una parte sostienel'alleato di Governo (Lega) che ha, auspica e promuove comportamenti che si richiamano al ventennio fascista, dall'altra dice di essere dalla parte della libertà e della democrazia.

Oggi, ad esempio, il "MoVimento" promuove gli Stati Generali dell'Informazione e dell'Editoria, dedicati al giornalismo radiotelevisivo, che riunisce direttori e vicedirettori di tele e radio giornali per parlare di libertà e indipendenza dell'informazione.

Contemporaneamente, però, vuole chiudere Radio Radicale o almeno ha tentato di farlo negli ultimi tempi, non rinnovando una concessione che finora aveva garantito all'emittente un finanziamento pubblico per il servizio svolto. Servizio, va aggiunto che è stato ed è di interesse pubblico, come confermato dalla stessa Agcom che aveva raccomandato il rinnovo della concessione.

Rinnovo a cui i 5 Stelle si erano opposti. Adesso, dopo essersi accorti di essere gli unici a volere la chiusura di Radio Radicale, oggi hanno pubblicato sul loro sito un post per fare in parte marcia indietro, cercando di giustificare la loro posizione ai loro sostenitori.

Nel post, per prima cosa i 5 Stelle cercano di dimostrare che Radio Radicale avrebbe quasi rubato i soldi pubblici che finora le hanno permesso di trasmettere, dicendo che non erano dovuti.

Successivamente, comunicano però che oggi hanno depositato, "d'accordo con la Lega", una mozione con cui fanno prendere due impegni al Governo: "il primo, è volto a non rinnovare la concessione senza una vera gara, mentre il secondo è  rivolto a mettere in sicurezza e digitalizzare gli archivi di Radio Radicale, che rappresentano una risorsa preziosa".

Prima considerazione: se gli archivi di Radio radicale sono una risorsa preziosa, vuol dire che sono di interesse pubblico. Di conseguenza, finiscono per essere la riprova che il servizio finora svolto da Radio Radicale e finanziato con soldi pubblici è stato un servizio pubblico!

Adesso però i 5 Stelle dicono di non voler finanziare una Radio che nei suoi 30 anni di vita ha prodotto contenuti che rappresentano una "risorsa preziosa". Valli a capire!

Non solo. La concessione di cui Radio Radicale ha finora usufruito deve essere oggetto di un bando pubblico a cui tutti possono accedere. Questa, dai 5 Stelle, viene fatta passare come una loro iniziativa, una trovata per dimostrare quanto tengano ai soldi pubblici e a come vengono spesi.

Peccato, però, che siano anni che proprio Radio Radicale chiede un bando pubblico per la concessione di cui aveva fino ad oggi usufruito.

L'unica cosa che i grillini non dicono, o non vogliono far sapere ai loro sostenitori, è come debba essere risolta la questione dei finanziamenti nel lasso di tempo che dovrebbe coprire i servizi offerti da Radio Radicale fino alla realizzazione e all'assegnazione del bando di gara, dato che la concessione adesso è scaduta.

Si potrebbe anche aggiungere che il problema poteva essere anticipato già un anno fa, dato che si sapeva che la concessione era in scadenza... Ma efficienza e pianificazione non paiono essere tra le caratteristiche di questo Governo.