È sicuramente un ingenuo chi pensa che tutto fili liscio con delle regole che rispettino la dignità di tutto e di tutti e che tutto sia fatto in modo lineare e corretto come nel castello di Kamelot dove si comportavano secondo il codice d’onore dei cavalieri!

Le regole e gli atteggiamenti non lineari?

Sono loro che purtroppo (o fortunatamente) si usano di solito nella politica; come nella maggior parte delle necessità della vita.

La loro accettazione o meno, dipende dai punti di vista e dagli strumenti che si vogliono usare per raggiungere i propri scopi.

Andando sul fatto concreto; che è quello dell’avvicinamento di F.I. al consenso della politica di chi ha la maggioranza ora, si dice in giro che tale possibilità e cioè quella che in effetti si può intuire dalle dichiarazioni del cavaliere e dalle reazioni, anche se underground, non del tutto a favore (!), del resto della coalizione di destra, sia stato reso possibile per un certo tipo di favoritismo del Governo attuale che abbia, in un certo senso, blindato Mediaset, la tanto amata creatura di Berlusconi, emanando degli emendamenti che l’abbiano messa al riparo da una eventuale OPA ostile della fastidiosa Vivendi.

Ma può essere accettabile un atteggiamento del genere da parte di chi ci governa? Certo che può essere possibile! Perché no? La politica vive, da sempre, grazie al principio del “Do ut des”.

Ed ecco che, come si diceva sopra, il fine giustifica i mezzi!

L’aver favorito Mediaset (se fosse stato veramente così) non è stato fatto al solo fine di un favore al cavaliere (a proposito: chi a Berlusconi l’appella come ex-cavaliere commette un errore perché la proposta fatta di togliergli la onorificenza, è andata a suo tempo in prescrizione per cui, a tutti gli effetti, è ancora onorato di tale titolo) ma, inequivocabilmente, di usare il potere e la posizione politica del medesimo .

Dietro a quello che può sembrare solo un favore a Mediaset, c’è la concreta possibilità, da parte del centro e della sinistra, di “sgretolare” l’accordo di solidarietà di intenti che a suo tempo, le destre populiste e sovraniste della Lega e di FdI fecero con F.I. la quale, tutto sommato, tale partito si può distinguere per il tono di una moderazione accettabile anche dai centristi ora al potere.

È giusto e naturale che la “ragion di Stato” prevalga su qualsiasi altra ragione?

Da questa parte crediamo di sì!

È lo stesso principio di come un generale mandi nel campo di battaglia a morire dei soldati per salvare la propria nazione! Un concetto che viene accettato da tutti, compreso dai soldati che si sacrificano!

Ma, dopo tutto ciò, l’aspetto più interessante e significativamente politico di tutta la faccenda è che finalmente i dirigenti di Forza Italia sembrano essersi resi conto che l’erosione di consensi del proprio partito è solamente la permanenza in una coalizione che in definitiva li schiaccia e che li avrebbe, con il tempo, fatti sparire del tutto dalla scena politica nazionale.

Del resto come si potrebbe interpretare la volontà di Berlusconi di riprendersi i voti che nel tempo gli sono stati sottratti?

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)