Giroud, Morabito: “Al Milan sta bene, ma le nozze si fanno in due”

Olivier Giroud è una colonna del Milan di Stefano Pioli, ma il suo futuro in rossonero è ancora tutto da scrivere. Lo sa bene Vincenzo Morabito, noto agente e intermediario dell’attaccante francese che ha fatto il punto della situazione del bomber ai microfoni di a Radio Crc. “Il futuro di Giroud? Le nozze si fanno in due, credo sarà decisivo questo finale di stagione – ha spiegato durante la trasmissione ‘Si Gonfia la Rete’ -. Al Milan sta bene, ma deve tenere conto anche della famiglia“. “Ha rinunciato ai soldi arabi perché non guarda troppo al denaro e perché con i riscontri ha un contatto importante, ma penso che si debba attendere – ha aggiunto -. E intanto darà tutto per il Milan“. 

Dichiarazioni che lasciano aperta ogni ipotesi per Olivier e rimandano i discorsi sull’eventuale rinnovo col Milan a fine stagione, quando sarà tutto più chiaro da ambo le parti. In scadenza il prossimo 30 giugno, del resto, all’alba dei 38 anni Giroud potrebbe anche decidere di monetizzare al massimo il suo finale di carriera cedendo alle lusinghe e alla corte dei milioni di euro della Saudi Pro League. Ipotesi da non accantonare affatto, ma che al momento, in attesa di notizie ufficiali o di una presa di posizione del Milan, resta sullo sfondo.

Per ora, visto il personaggio, l’unica cosa certa è che il bomber francese darà tutto fino a fino stagione con la maglia rossonera. “Giroud è uno dei pochi attaccanti capaci di tenere alta la squadra, ha un gioco aereo importante, oltre all’inserimento – ha chiarito Morabito -. L’annata successiva allo scudetto il Milan è arrivato in semifinale di Champions League, in campionato invece ha pesato l’arrivo di calciatori non proprio adatti perché ritengo che la rosa non fosse attrezzata per la doppia competizione. Penso che Giroud sia stato decisivo nella vittoria dello scudetto”.


Inter, Marotta: “Zielinski? Informato il Napoli. Bellingham il sogno di mercato”

Beppe Marotta è intervenuto ai microfoni di DAZN toccando diversi temi importanti. “Quello che conta è rappresentare una società che è tornata a essere importante come ai tempi del Triplete – ha spiegato l’ad dell’Inter -. Siamo cercati e ricercati da tanti giocatori”. “Zielinski? Ho comunicato a De Laurentiis che stiamo sondando il terreno nel rispetto delle norme, poi se tutto andrà in porto lo tessereremo e lo annunceremo – ha aggiunto -. E’ una di quelle occasioni che una società deve cercare di cogliere“. “Un sogno di mercato? Bellingham è un giocatore che mi fa divertire, ma è meglio non fare nomi… – ha proseguito -. Cosa farò dopo l’Inter? Mi piacerebbe occuparmi a livello politico di sport“.

“I parametri zero nascono dall’area tecnica che monitorano i giocatori svincolati e poi si cerca di contattarli o negoziare – ha proseguito Marotta -. Quando si rappresenta l’Inter è più facile negoziare. Oggi è molto più semplice. L’Inter è sempre l’Inter. Milano inoltre rappresenta anche un’attrazione per le compagne dei calciatori”.

Poi qualche battuta sui rinnovi: “Non abbiamo ansie. Non abbiamo giocatori in scadenza. Vogliamo consolidare il rapporto con quei giocatori che manifestano attaccamento alla maglia come Lautaro, Barella e con calma analizzeremo posizione per posizione. Ma non c’è fretta. Abbiamo buone garanzie dal punto di vista contrattuale. Poi abbiamo a che fare con dei professionisti che considerano molto forte il brand Inter”. “La cosa più importane è la cultura della vittoria trattando ogni particolare come se fosse essenziale e da risolvere immediatamente. Abbiamo una mentalità vincente consacrata nella finale di Champions dello scorso anno – ha aggiunto -. I giocatori si sono allenati mentalmente per vincere. Abbiamo perso, ma abbiamo capito di essere all’altezza”.

Impossibile poi non toccare gli argomenti Conte e Inzaghi. “Antonio è una risorsa del calcio italiano che farebbe comodo a tante squadre. La speranza è che possa lavorare in Italia – ha dichiarato Marotta -. Ma devo parlare anche di Simone”. “Il divario d’età di Inzaghi con Allegri è Conte dice che è un tecnico in grandissima crescita – ha continuato -. E’ bravo dal punto di vista umano e professionale, ottimo nella didattica di gioco. I risultati raggiunti da questa Inter sono sicuramente merito suo”. “Il nuovo ciclo è iniziato con Spalletti, poi è arrivato Conte che ha avuto il merito di dare una grande mentalità vincete al gruppo e sviluppare un certo tipo di gioco – ha aggiunto -. Poi è arrivato Inzaghi che è riuscito ad applicare i concetti di un calcio divertente instaurando con i giocatori anche un rapporto ottimo”.

“Oggi nello spogliatoio si respira un’aria molto positiva. C’è una mentalità importante. Al momento non abbiamo vinto nulla, quindi piedi per terra – ha spiegato l’ad nerazzurro commentando la classifica del campionato -. Abbiamo un ruolino di marcia importante. I dati sono significativi. Non ricordo una squadra con +41 di differenza reti”. Le insidie più grosse potremo trovarle sui campi di provincia a partire dalla Salernitana – ha continuato -. Dobbiamo giocare con la stessa determinazione mostrata contro la Juve. Siamo primi con merito, ma il traguardo è ancora lontano”.

Poi un piccolo passo indietro e qualche spiegazione sull’addio alla Juve. “Nel momento in cui la proprietà intende utilizzare una strategia diversa è il manager che deve fare un passo indietro e io l’ho fato col sorriso sulle labbra. Ho dato quanto ho ricevuto alla Juve. Era giusto rispettare la volontà della proprietà che voleva ringiovanire il management – ha raccontato -. Quella di CR7 era un’operazione che non mi trovava in parte d’accordo. Il giocatore non si discute, ovviamente”.

“Dal punto di vista finanziario-economico però era un’operazione impegnativa. Ma non è stato quello l’elemento che ha portato alla rottura – ha proseguito -. E’ stato più un cambio di programma del club che ha determinato la fine di un ciclo”.


L’agente di Thiago Motta: “Niente Napoli, ha altri progetti per il futuro”

L’agente di Thiago Motta respinge seccamente al mittente le voci relative a un possibile passaggio al Napoli del suo assistito a fines tagione. “Thiago non conosce ancora il suo futuro, ma sicuramente non sarà al Napoli – ha spiegato Dario Canovi ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli -. Non verrebbe a Napoli nemmeno se De Laurentiis gli comprasse Zirkzee e Calafiori, ha altri progetti per il suo futuro“. Dichiarazioni che lasciano poco spazio alla pista azzurra da una parte e dall’altra tengono invece aperte altre opzioni per il tecnico rossoblù. 

Alternative alla mano, visto il lavoro fatto a Bologna, per Thiago Motta al momento la fila dei club interessati per l’anno prossimo è lunga. Accantonato il Napoli, che sembrava in pole vista la situazione allenatore dopo l’esonero di Garcia e l’ingaggio a tempo di Mazzarri, in Italia le altre squadre che stanno osservando con grande attenzione la situazione dell’ex guida di Genoa e Spezia sono soprattutto Milan e Juve, sempre vigili a valutare alternative in caso di addio a Massimiliano Allegri o Stefano Pioli.

Opzioni molto allettanti per Thiago Motta, che potrebbe fare così il salto di qualità per provare a dimostrare le sue capacità a un altro livello non solo in Serie A, ma anche in Europa. Stesso discorso per il Barcellona, altro club interessato e altra meta di grandissimo profilo che catapulterebbe Motta nella ristretta cerchia dei migliori tecnici in circolazione.


Il padre di Zielinski: “Piotr lascerà Napoli ma resterà in Italia”

Piotr Zieliński ha vinto il premio come miglior calciatore polacco dell’anno per quanto fatto la scorsa stagione. A ritirare il riconoscimento è stato il papà Bogusław che poi ai media presenti ha dichiarato: “Piotr lascerà il Napoli e continuerà a giocare in Italia” le sue dichiarazioni riportate dai media polacchi. Chiaro il riferimento all’Inter con cui Zielinski firmerà presto un contratto fino al 2028 come parametro zero.


Sarri confessa la Lazio: “Se il problema sono io, andate da Lotito…”

Si respira aria di pesantezza nello spogliatoio della Lazio, racconta oggi il Corriere dello Sport. Si è perso il piacere del divertimento, del giocare a viso aperto. Si è persa l’attitudine a correre e rincorrere, la propensione ad attaccare e segnare. Il direttore sportivo Fabiani era intervenuto nell’intervallo di Bergamo. I toni sono stati alti ieri. Ha parlato Sarri alla ripresa delle 11, nella requisitoria che ormai è diventata consuetudine, è stato spinoso: “Se pensate che il problema sia io tirate fuori le p…. e andate da Lotito”, è il concetto espresso crudamente.

Toni forti erano echeggiati anche mercoledì, nel giorno del doppio allenamento e delle quattro sessioni video decise da Sarri prima e dopo ogni seduta. Tra una clip e l’altra, il tecnico aveva espresso concetti severi sottolineando amnesie tecniche e tattiche, l’esecuzione di alcune giocate. A tratti sarebbe andato in escandescenza.

E’ da tempo che lo spogliatoio recepisce con meno sopportazione rimbrotti e ammonimenti, paternali. Tante accuse, poche assunzioni di responsabilità. In squadra, in più, si sarebbe fatta avanti l’idea di tentare un cambio di modulo, di svoltare sul 4-2-3-1 o sul 4-3-1-2. La richiesta sarebbe stata avanzata sempre nella riunione di mercoledì. Con il rombo però ci rimetterebbero le ali, per quanto disarmate e disarmanti.


Bari: accordo con Iachini, sarà il terzo allenatore in stagione

Beppe Iachini sarà il nuovo allenatore del Bari: dopo l’esonero di Pasquale Marino il club pugliese ha trovato l’accordo con l’allenatore ex Parma e Fiorentina, che è ora in viaggio verso la città insieme al suo staff. Presto arriverà l’annuncio ufficiale.

Si tratta del terzo allenatore stagionale per il Bari, dopo aver iniziato l’anno con la conferma di Mignani e la successiva scelta di puntare su Marino. Ora arriva l’uomo delle promozioni Beppe Iachini, che in carriera ne ha ottenute ben quattro: Chievo Verona nel 2007-2008, Brescia nel 2009-2010, Sampdoria nel 2011-2012 e Palermo nel 2013-2014. Adesso ci riproverà anche con il Bari, per risollevare la squadra dopo una prima parte di stagione sotto le aspettative.


Effetto domino: Mbappe verso il Real, c’è Osimhen per il Psg

Victor Osimhen è la prima scelta del Psg per l’attacco quando Mbappé firmerà, nel caso, per il Real Madrid. Ne parla anche l’edizione odierna del Corriere dello Sport. “Osimhen è nella short list degli attaccanti più accattivanti di questo Mondo, porta con sé una spesa ormai già stabilità (centotrenta milioni di euro, spiccioli in più o meno) nel rinnovo fino al 2026 che De Laurentiis ha firmato un mesetto fa, il 23 dicembre, con la consapevolezza che non ci sarebbe stato un domani. E invece al Real ci andrà – ci andrebbe – Mbappè, dentro un affare surreale, cose (quasi) mai viste e quindi al Psg ci sarà un posto vuoto, una maglia da assegnare, un nuovo idolo da offrire alla folla del Parco dei Principi. È una staffetta che rientra nelle dinamiche del calcio, che appartiene – pure – a logiche progettuali e il testimone virtuale sta nelle mani di Mbappé che, decollando, potrà lasciarlo ad Osimhen”.


De Rossi si gode la Roma: “Non è corretto fare paragoni con Mourinho”

Un passo alla volta, senza esaltarsi troppo e con grande serenità. Daniele De Rossi si gode il suo terzo successo in altrettante gare alla guida della Roma e, battuto anche il Cagliari, spiega: “La classifica? Io guardo i punti fatti, alle cose belle che fanno in campo i ragazzi. La classifica non è inutile da guardare, abbiamo affrontato squadre con obiettivi e non è facile batterle. La Roma è più forte di queste squadre e deve vincere”. Poi su Mourinho e la sfida all’Inter: “Io penso che i paragoni non è corretto farli. La squadra di Mourinho ne ha vinte tante come oggi. Da domani cominceremo a studiarla, è chiaro che l’Inter l’abbiamo vista con la Juve e il pensiero ci stava. Il mio staff preparava la partita con l’Inter e mi lasciava fuori perché i giocatori meritano che uno pensi al 100% alla partita presente”.

Poi sulla partita: “La cosa che mi è piaciuta di più è che ho visto in campo cose che avevamo sottolineato negli allenamenti. Venivamo da due partite in cui abbiamo sofferto fino all’ultimo e quindi sono contento che abbiamo gestito da grande squadra”. E ancora: “Riempire l’area per me è un concetto importante. Angelino ha un piede magico e quindi avevo chiesto a Bryan di entrare in area, è uno che si sa inserire. Tutti sono stati bravi a riempire l’area e anche la difesa è stata brava. Ci sono ancora delle cose da migliorare ma sono contento. I ragazzi sono stati bravi da subito a gestire la palla e capire quando fare male. Hanno lavorato tanto, abbiamo tantissimo ancora da lavorare ma per me è stata una bella partita”.

Su Dybala, autore di una doppietta: “Questo fa parte di tutto quello che fanno gli altri giocatori nelle altre parti del campo. L’idea è che si vada a riempire l’area perché hanno tanta qualità e so che negli spazi creano. Io so che hanno delle qualità che mi permettono di usare il tempo per fare altre cose che dobbiamo migliorare”.